Roma, 3 ago. (LaPresse) – Il caldo anomalo ha sconvolto la natura e messo in difficoltà gli animali che vivono sia nella terraferma che nell’acqua. E’ quanto sostiene in una nota la Coldiretti, che sta monitorando gli effetti dell’afa sulle fattorie italiane. Una situazione che ha reso necessari interventi per garantire il benessere degli animali e che sta determinando un aumento dei costi nelle stalle per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere. E spesso, per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo, sono necessari anche integratori alimentari. “Le api – continua Coldiretti – sono considerate un indicatore dello stato di salute della natura ed in questo momento per il caldo volano meno e tendono a rimanere a terra senza riuscire più a prendere il polline e a svolgere il prezioso lavoro di trasporto del polline ma a rischio è anche la produzione di miele”.
Ma non sono solo api e alveari a soffrire la calura estiva: anche le pecore soffrono, come dimostrano i cali produttivi di luglio. “Occorre garantire al pascolo quantità di acqua sufficiente e un luogo di riparo – spiega Coldiretti – le mucche nelle stalle stressate dalle alte temperature producono fino al 15% di latte in meno, rispetto ai circa 30 litri al giorno che vengono munti in periodi normali”. Secondo l’associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, nel mese di luglio la produzione nazionale di latte sarebbe diminuita di almeno 100 milioni di litri. Anche le mucche infatti, come le persone, percepiscono più caldo a causa dell’umidità nell’aria e rendono meno nell’attività quotidiana. Nel loro caso, produrre latte. “Per le mucche – riferisce la Coldiretti – la temperatura ideale è fra i 22 e i 24 gradi; quando invece arriva l’afa e il termometro schizza verso l’alto, gli animali soffrono, mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. In soccorso nelle stalle sono state allestite doccette, ventole e condizionatori ed utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell’alimentazione preparata dagli allevatori”.
In Italia a causa del caldo sono in difficoltà anche i pollai in cui, secondo dati Coldiretti, si sta assistendo quest’estate a un calo fra il 5 al 10% nella produzione di uova. “Per i maiali sono stati accesi i condizionatori per evitare che le temperature sfondino la soglia dei 28 gradi oltre la quale gli animali cominciano a soffrire e a mangiare fino al 40% in meno della razione giornaliera di 3,5 chilogrammi di mangime, e in questo modo non crescono”, dichiara Coldiretti. Non va meglio a molluschi e mitili: il caldo africano che surriscalda mari e lagune non sta risparmiando la pesca, con una vera e propria strage di vongole, cozze, orate, anguille, cefali e saraghi causata dalle alte temperature dell’acqua che sta mettendo in ginocchio interi settori produttivi chiave lungo tutta la Penisola. “L’afa eccezionale ha determinato un innalzamento delle temperature dei mari fino a valori che nelle acque vicino alla costa hanno raggiunto i 35 gradi portando alla fermentazione delle alghe che priva l’acqua di ossigeno portando alla moria di pesci e molluschi, con perdite fino al 40% del prodotto presente negli impianti – spiega Coldiretti Impresapesca -. Un problema che si avverte in particolare nelle aree lagunari, dall’Emilia Romagna al Veneto e del Friuli Venezia Giulia fino alla Toscana, dove si sviluppano le attività di pesca e acquacoltura e che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di centinaia di imprese con migliaia di addetti, tanto che è stato chiesto lo stato di calamità”.
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