Roma, 10 giu. (LaPresse) – Da sentinelle ad hotel con vista sul mare: l’Agenzia del demanio affitterà a cittadini o ed enti privati, per un massimo di 50 anni, 11 fari dismessi, ma funzionanti, di proprietà dello Stato, per farne luoghi turistici.

“Quattro di questi saranno messi a disposizione dal ministero della Difesa”, ha annunciato questa mattina il ministro Roberta Pinotti, nella conferenza stampa di presentazione del progetto. “Alle forze armate – ha aggiunto – questi beni non servono più. È nostro dovere, direi patriottico, valorizzare questi luoghi magici in disuso”.

I fari di cui si parla sono, in ordine alfabetico, ad Augusta, alle Formiche di Grosseto, a Ischia, all’Isola del Giglio – due -, all’Isola di Capo Rizzuto, all’Isola di Levanzo, a Maiori, a Siracusa, alle Tremiti, a Ustica: da oggi fino al 10 agosto è aperta una consultazione online per raccogliere suggerimenti e proposte di riutilizzo degli impianti in questione.

In autunno saranno indetti i bandi di gara veri e propri, tramite i quali sarà aggiudicata la concessione. Dagli investimenti privati si prevede per lo Stato un ritorno economico di centinaia di migliaia di euro: “Il Faro Capo Spartivento, che in Sardegna è già diventato un hotel di lusso – spiega il direttore dell’Agenzia del demanio, Roberto Reggi – paga un canone annuo di circa 100 mila euro. Se lo moltiplichiamo per il numero complessivo dei fari disponibili ricaviamo già una cifra importante”.

Un’ottima soluzione per il sottosegretario all’Economia e alle Finanze Per Paolo Baretta: “In un primo periodo si era parlato di ripagare il debito pubblico vendendo 15 miliardi di risorse del nostro patrimonio. Ma perché alienare le nostre ricchezze senza provare prima a valorizzarle?”. Per il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini al riutilizzo dei fari deve seguire quello “delle caserme, delle case cantoniere e delle vecchie ferrovie”.

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