Milano, 24 mar. (LaPresse/Finanza.com) – Piazza Affari ha chiuso in rialzo dopo un avvio debole sotto il peso dei deludenti segnali arrivati dall’attività manifatturiera cinese. Il listino milanese ha invertito la rotta dopo i Pmi della zona euro: in particolare l’indice composto di marzo è salito da 53,3 punti a 54,1 punti, aumentando per il quarto mese consecutivo e sui massimi dal maggio del 2011. In miglioramento anche l’attività manifatturiera in Francia e Germania. In primo piano rimane il capitolo Grecia. Al termine del bilaterale di Berlino, Angela Merkel e Alexis Tsipras si sono detti pronti a collaborare. Entro lunedì il governo ellenico presenterà la lista di riforme a Bruxelles necessarie per sbloccare gli aiuti. In questo quadro a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha guadagnato l’1,19% a 23.333 punti.

Acquisti sui titoli del comparto bancario: Montepaschi ha guadagnato il 5,52% a 0,621 euro, Popolare di Milano il 2,12% a 0,959 euro, Intesa SanPaolo il 3,42% a 3,20 euro, Mediobanca il 2,81% a 8,96 euro, Ubi Banca l’1,33% a 7,205 euro, Unicredit l’1,43% a 6,36 euro. Debole il Banco Popolare (-0,27% a 14,49 euro) in scia alla bocciatura incassata da Ubs. Gli analisti hanno tagliato il giudizio sulla banca scaligera a neutral dal precedente buy. Il titolo del Banco, da inizio anno, ha sovraperformato il settore europeo del 22% e i concorrenti italiano del 14 per cento. “L’attuale quotazione offre un potenziale di upside limitato anche se vediamo ancora una situazione patrimoniale tranquilla”, hanno spiegato gli esperti di Ubs secondo cui la riforma delle popolari potrebbe favorire il consolidamento del settore.Ben comprati i titoli della galassia Agnelli: Fca ha mostrato un progresso dell’1,74% a 15,18 euro, mentre Cnh Industrial è avanzata del 2,61% a 7,665 euro. Pirelli (-0,25% a 15,46 euro) poco mossa ma ancora sopra il livello Opa di 15 euro all’indomani della conferma dell’intesa con i cinesi di China National Chemical (ChemChina). Sulla stampa oggi si è parlato della possibilità che si materializzi una contro-offerta oppure ChemChina valuti la possibilità di rivedere al rialzo il prezzo dell’Opa per convincere gli azionisti di minoranza ad aderire rendendo possibile quindi il delisting che scatta solo al raggiungimento del controllo del 95% dell’intero capitale.

Riflettori ancora puntati su Telecom Italia (-0,27% a 1,103 euro) che non sembra abbandonare il dossier Metroweb. Secondo Il Sole 24 Ore il gruppo guidato da Marco Patuano starebbe ancora negoziando con il Fondo Strategico Italiano per l’eventuale ingresso nel capitale della società della fibra ottica. A detta del quotidiano l’ipotesi più probabile sarebbe un ingresso di Telecom Italia in metro web con una quota pari al 51%, ma con i diritti di voto eccedenti il 50% sterilizzati fino al compimento di alcune condizioni.

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