Roma, 8 ott. (LaPresse) – La pressione fiscale è stata pari nel secondo trimestre al 43,8%, risultando superiore di 1,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2012 e del 4,7% sui primi tre mesi dell’anno. Lo rileva l’Istat, che aggiunge che il deficit è sceso al 4,1% del Pil nei primi due trimestri di quest’anno, con un diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al al primo semestre del 2012 e in netto ribasso dal 7,3% registrato a fine marzo. L’istituto statistico sottolinea che il disavanzo non tiene conto delle operazioni di swap, come invece avviene con i parametri europei stabiliti da Maastricht.

L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche nel secondo trimestre è stato dell’1,0% (dato grezzo) del Pil, inferiore di 1,2 punti percentuali rispetto a quello misurato nel corrispondente trimestre dello scorso anno. Nel secondo trimestre il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul Pil del 4,7%, superiore di 0,9 punti percentuali rispetto a quella del secondo trimestre del 2012.

Nei primi due trimestri dell’anno, sottolinea ancora l’istituto statistico, le uscite totali sono risultate pari al 49,6% del Pil (48,6% nel corrispondente periodo del 2012). Le entrate totali sono cresciute, in termini tendenziali, del 2,9% nel secondo trimestre del 2013; la loro incidenza sul Pil è stata del 48,3% (46,3% nel corrispondente trimestre del 2012). Nei primi due trimestri del 2013, le entrate totali sono aumentate dell’1,5% in termini tendenziali, con un’incidenza sul Pil del 45,5% (44,2% nel corrispondente periodo del 2012).

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