Roma, 23 set. (LaPresse) – “Se Telecom non propone lo scorporo” della rete di accesso “come iniziativa volontaria forse dovremmo avviare i dovuti approfondimenti per accertare la sussistenza delle condizioni per imporlo come rimedio a garanzia della parità di accesso”. Così Antonio Preto, Commissario Agcom, arrivando al convegno ‘In principio è la rete’, in corso a Roma. “Scorporo ed equivalenza degli imput – ha aggiunto Preto – sono un progetto volontario di Telecom Italia, un progetto unico in Europa e forse unico al mondo in questi termini. La realizzazione della parità di accesso passa – ha concluso il commissario – attraverso l’equivalenza degli imput che rende ancora più effettiva la concorrenza del mercato, mentre lo scorporo ne aumenta la trasparenza”. L’Agcom ha quindi precisato in una nota che si tratta di ipotesi ancora in via del tutto teorica.
Tuttavia per il vice ministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricalà, “è difficile imporre lo scorporo: il processo naturale è quello volontario”. “L’imposizione di una misura così radicale – ha aggiunto Catricalà – è troppo impervia per essere perseguibile”. Catricalà ha spiegato che “un intervento diretto della Cassa depositi e prestiti nel capitale di Telecom non mi pare sia un argomento all’ordine del giorno”, ma “speriamo che Cdp voglia essere ancora protagonista nell’acquisto della rete”. Secondo il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè, “per procedere a uno scorporo non necessario, cosa che non è prevista da alcuna indicazione normativa a livello europeo e italiano, credo che servano motivi di gravità eccezionale che non sussistono assolutamente in Italia”.