Roma, 11 set. (LaPresse) – La parola d’ordine è produttività. L’Italia deve tornare a crescere e deve farlo anche perché, per dirla con le parole utilizzate da Corrado Passera durante l’incontro a palazzo Chigi con i sindacati, aumentare la produttività – come del resto hanno fatto già Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo – “serve a far capire al resto del mondo che l’Italia fa sul serio”. Mario Monti esordisce al tavolo senza mezzi termini: “Ci vediamo in un momento carico di tensioni e preoccupazioni, il vostro contributo alla produttività del lavoro è uno degli elementi essenziali per la crescita e l’occupazione”, spiega ribadendo quanto già annunciato in mattinata quando, intervenendo al salone del Tessile di Milano, aveva chiesto a imprese e sindacati “di fare di più con il loro sforzo congiunto”.

Per il premier, in questo momento, la sfida più importante, “più importante dello spread”, è quella di “recuperare la competitività delle imprese”. Giusto allora “agire sul costo del lavoro”, senza “ridurre i salari” ma “modernizzando le relazioni industriali”, ma per vincerla – il Professore non ha dubbi – bisogna partire da un accordo tra sindacati e imprese. Ad occuparsi del dossier sulla crescita, assicura il premier, sarà il ministro dello Sviluppo economico Passera che, secondo quanto riferito da chi ha partecipato all’incontro, avrebbe spiegato se il Paese diventa più produttivo “ci sono margini per mettere più soldi in tasca alla gente”.

“La crescita non può dipendere da quello che le parti sociali possono fare in termini di produttività aziendale – taglia corto il segretario della Cgil Susanna Camusso lasciando l’incontro – Il Governo continua a dire che risorse non ce ne sono e questo dimostra la pochezza di una politica che propone la crescita ma senza mettere a disposizione provvedimenti e risorse”. L’incontro tra rappresentanti dei lavoratori e aziende può essere “un auspicio” di palazzo Chigi, ma “ma non è pensabile che i sindacati si sostituiscano all’assenza di una politica industriale”. Più ottimista Raffaele Bonanni, segretario Cisl: “Con l’incontro di oggi – spiega – si avvia un confronto tra il Governo che chiede maggiore produttività e noi che chiediamo maggior salario”, l’esecutivo “metterà sul tavolo le risorse” quando ci sarà un accordo tra le parti sociali, ma l’importante “è che dopo mesi il Governo ci abbia convocato, i gufi anti concertazione sono stati sconfitti”.

Camusso non è d’accordo: “La prima cosa che ci ha detto il presidente del Consiglio è stata che quella di oggi era un’importante occasione di confronto, e non l’inizio di una stagione concertativa”. Si arriverà allo sciopero generale? “Abbiamo un programma di mobilitazione – risponde – seguiremo quello e rimaniamo in attesa delle risposte del Governo”.

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