Il tribunale del Riesame di Brescia ha annullato il decreto di perquisizione a carico di Mario Venditti. L’ex procuratore aggiunto di Pavia è accusato di corruzione in atti giudiziari per aver archiviato Andrea Sempio nella prima indagine sul delitto di Garlasco che ha coinvolto il commesso di Voghera.
I giudici della libertà hanno accolto il ricorso del legale Domenico Aiello contro la perquisizione e il sequestro di pc, smartphone e tablet disposta il 16 settembre ed eseguita il 26 settembre dal GICO (Gruppi d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della guardia di finanza di Brescia, il gruppo di Pavia e i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano su ordine della pm Claudia Moregola e del procuratore Francesco Prete.
Restituiti pc e tablet, restano sequestrate due agende
Il tribunale ha ordinato la “restituzione” di nove dispositivi informatici che gli erano stati sequestrati. Si tratta di tre iPhone (di cui solo uno con sim), due iPad, due hard disk, due chiavette usb e due pc, di cui uno dell’epoca in cui guidava la Procura di Pavia e l’altro del Casinò di Campione d’Italia di cui è stato presidente fino alla perquisizione del 26 settembre.
Al magistrato 72enne, oggi in pensione, andranno restituiti anche i “dati eventualmente già estrapolati” dalla polizia giudiziaria sui suoi apparecchi, si legge nel dispositivo dell’ordinanza disposta dai giudici Giovanni Pagliuca (presidente), Marina Cavalleri e Lorenzo Azzi. Da quanto si apprende rimangono invece sotto sequestro due agende cartacee, con il logo dei carabinieri, rispettivamente del 2017 e del 2023. Sono ignote al momento le motivazioni del provvedimento, preso a seguito dell’udienza del 14 ottobre al palazzo di giustizia di Brescia, e che saranno depositate dal collegio del riesame entro 30 giorni.
Legale Venditti: “Innocenti sacrificati per giustizia-show”
In Italia c’è un “massiccio movimento di opinione” che “ad ogni costo” anche “sacrificando la reputazione di un ex magistrato e di innocenti” pretende e “ordina, dal pulpito di autorevolissimi studi televisivi, la riapertura di indagini con cadenza regolare”. Così l’avvocato Domenico Aiello, difensore dell’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, in una nota. Il difensore si domanda “per quanto tempo ancora resisterà pervicace” questo movimento e auspica “l’inizio di una inversione di tendenza”. “La giustizia – conclude non può essere subalterna allo show o farsi condizionare dalla ricerca di consensi”.
Le accuse a Venditti
Venditti è accusato di “avere ricevuto una somma indebita di denaro” per circa “20/30mila euro” per “favorire Sempio” nel procedimento nato a dicembre 2016 su un esposto presentato dalla madre di Alberto Stasi, Elisabetta Ligabò – dopo le indagini difensive svolte dalla società privata di investigazioni SKP ingaggiata dallo studio legale Giarda – che indicava Sempio come possibile responsabile alternativo dell’omicidio di Chiara Poggi. L’esposto fu trasmesso dalla Procura generale di Milano a Venditti insieme a una nota della sostituta pg Laura Barbaini, in cui si parlava di questa ipotesi come priva di “ogni razionalità e plausibilità”.
Il procedimento fu archiviato dal gip Fabio Lambertucci il 23 marzo 2017, una settimana dopo la richiesta. L’accusa a Venditti si basa in particolare sul ritrovamento, il 14 maggio 2025, durante una perquisizione a casa dei genitori di Sempio (non indagati), di un appunto con la scritta “VENDITTI GIP ARCHIVIA X 20. 30. euro”, erroneamente datato 4 febbraio 2016 e su quelle che vengono definite una “serie di anomalie” da parte dei carabinieri che lavoravano per Venditti durante le indagini.
Nello specifico “l’omissione” nella “trascrizione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali”, la “breve durata dell’interrogatorio” di Sempio del 10 febbraio 2017 e una “verosimile conoscenza anticipata, da parte dei membri della famiglia Sempio, dei temi su cui sarebbero stati sentiti”, che da settimane erano comunque oggetto di articoli di stampa e trasmissioni televisive.