Caldo, medici Sima: ecco i consigli per difendere la pelle da tumori e invecchiamento

La Società Italiana di Medicina Ambientale lancia l'allarme sulle alte temperature

Il mix tra inquinamento atmosferico e ondate di calore nelle città italiane accelera l’invecchiamento della pelle e aumenta il rischio di tumori cutanei. A lanciare l’allarme è la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), che con l’innalzamento delle temperature su tutto il territorio nazionale richiama l’attenzione sulla salute della pelle.

Caldo, la pelle è in ‘prima linea’

Con l’arrivo dell’estate, la pelle si trova in prima linea: è al tempo stesso una barriera protettiva contro i raggi solari e un bersaglio vulnerabile per l’inquinamento atmosferico e il caldo estremo sempre più frequente negli ambienti urbani.

Uno studio pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology – riporta Sima – ha esaminato la pelle di 400 donne tra i 70 e gli 80 anni: i risultati mostrano che coloro che vivevano in aree urbane ad alta esposizione al traffico e al particolato fine (PM2.5) presentavano fino al 20% in più di iperpigmentazioni rispetto a chi risiedeva in zone meno inquinate. Un impatto paragonabile a quello del fumo di sigaretta. E anche l’ozono, un inquinante che si forma prevalentemente nei mesi estivi, è stato correlato a un aumento della profondità e diffusione delle rughe. I danni estetici, tuttavia “rappresentano solo la punta dell’iceberg – sottolinea il presidente della Società, Alessandro Miani -. L’invecchiamento cutaneo causato da inquinanti, calore e radiazioni Uv è strettamente connesso all’aumento del rischio oncologico. Il rischio è particolarmente elevato nelle aree urbane soggette a effetto isola di calore e prive di adeguata copertura vegetale”.

Cosa fare per proteggersi

Cosa fare, quindi, per proteggere in concreto la pelle? Ecco le raccomandazioni della Società Italiana di Medicina Ambientale, valide soprattutto nel periodo estivo: evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore centrali della giornata (dalle 11 alle 16); applicare quotidianamente creme solari ad ampio spettro (Uva, Uvb e con filtri anti-inquinamento), anche in ambito urbano; integrare l’alimentazione con antiossidanti naturali, come vitamine C ed E e polifenoli.

Consigliato privilegiare aree verdi e alberate, che contribuiscono ad abbassare la temperatura locale e migliorare la qualità dell’aria e monitorare i livelli di ozono e PM2.5 tramite app o bollettini Arpa, evitando attività fisica all’aperto nei giorni critici. Infine “l’uso di prodotti dermatologici contenenti prebiotici e postbiotici rappresenta una strategia innovativa,” per preservare la salute della pelle, mantenere un microbiota equilibrato e ridurre i danni da smog.

“La pelle è un sofisticato sensore ambientale, ma anche un organo vulnerabile”, conclude Paolo Mezzana, chirurgo plastico e Coordinatore Sima per la Regione Lazio. “Le evidenze scientifiche ci confermano che vivere a contatto con la natura – anche all’interno delle città – contribuisce a ridurre il carico tossico e favorisce i processi rigenerativi. Integrare verde, acqua, ombra e biodiversità negli spazi urbani non è solo una scelta estetica, ma una vera e propria strategia di salute pubblica“.