Rientrati i disordini nel carcere di Marassi a Genova che hanno coinvolto circa 200 detenuti della seconda sezione. “Grazie all’intervento di oltre 100 agenti della Polizia penitenziaria, molti dei quali provenienti da altre carceri liguri, sono da poco rientrati i disordini alla Casa Circondariale di Genova Marassi”, ha affermato il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio, in merito agli scontri che si sono verificati all’interno del carcere genovese nel pomeriggio. “Un agente sarebbe rimasto lievemente ferito, mentre non vi sarebbero contusi fra i detenuti – precisa il segretario – Ingenti invece sarebbero i danni al piano terra della seconda sezione, che comprende anche aule scolastiche. Sarebbero ancora in corso le operazioni per rimettere in sicurezza il penitenziario”
Rivolta nel carcere di Marassi, cosa è successo
Secondo quanto dichiarato dal segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, i detenuti hanno “vandalizzato del piano terra i locali nell’intento di regolare i conti con altri reclusi, pare 6, che nei giorni scorsi avrebbero violentato sessualmente un altro ristretto, per il quale ieri sera sarebbe stato necessario l’accompagnamento presso l’ospedale cittadino per le cure del caso”.
Detenuti su tetto Marassi a Genova
Alcuni detenuti sono saliti sul tetto del carcere di Marassi a Genova dove, nel primo pomeriggio di oggi, è esplosa una rivolta. Ancora da chiarire le cause dei disordini che hanno portato i detenuti a uscire dalle proprie celle. Sul posto carabinieri, polizia, vigili del fuoco e ambulanze: oltre ai due detenuti ci sarebbero dei feriti anche tra gli agenti della polizia penitenziaria.
Feriti due agenti della penitenziaria
Ci sono due feriti negli scontri all’interno del carcere di Marassi a Genova. Si tratta di due agenti della polizia penitenziaria interni alla struttura, intervenuti per sedare gli scontri, innescati da un regolamento di conti tra due opposte fazioni di detenuti che ha coinvolto circa 200 persone. Sul posto all’esterno i carabinieri e il 118 con un presidio di ambulanze e automedica. I due agenti sono stati trasportati in codice giallo all’ospedale Galliera di Genova.
Salis: “In costante contatto con autorità per caos a Marassi”
“Abbiamo avviato immediatamente un canale diretto con Prefettura, Questura e le altre autorità competenti. Gli agenti della Polizia locale, insieme alle altre forze dell’ordine, sono impegnati nella messa in sicurezza della zona circostante il Carcere di Marassi, e nella chiusura di alcune strade limitrofe, a presidio della cittadinanza e del territorio”. Lo dichiara la sindaca di Genova, Silvia Salis, in merito alla rivolta in atto all’interno del Carcere di Marassi. “Ringrazio per l’impegno – sottolinea – e per l’intervento immediato le donne e gli uomini del nostro corpo della Polizia Locale e di tutte le forze dell’ordine, desidero esprimere totale solidarietà agli agenti della Polizia penitenziaria e al personale coinvolto”.
La nota della Uilpa: “Il segno tangibile dello stato di degrado delle carceri”
“La Polizia penitenziaria, già stremata nelle forze e mortificata nel morale, sta cercando con non poche difficoltà di contenere i tumulti in attesa di rinforzi. Tutto questo è il segno tangibile dello stato di degrado delle carceri, che non può essere affrontato con interventi meramente repressivi, come l’introduzione del reato ‘impossibile’ di rivolta, ma agendo soprattutto sulla prevenzione attraverso l’umanizzazione delle condizioni di lavoro degli operatori e della detenzione”, spiega Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria. Ancora una volta il sindacato punta l’attenzione sulla situazione delle strutture al collasso e la mancanza di organici tra gli agenti della penitenziaria. “Con 16mila detenuti oltre i posti disponibili, omicidi, suicidi, violenze di ogni tipo, stupri e molto altro ancora in carcere non c’è un ordine, inteso come ordinato svolgimento delle normali attività nell’alveo dell’ordinamento giuridico dello Stato – continua ancora De Fazio – a cui potersi rivoltare, da qui l”impossibilità’ del reato. Peraltro, dopo l’entrata in vigore del decreto sicurezza, oggi approvato in via definitiva dal Senato, i disordini nelle carceri sono persino aumentati. Non vogliamo attribuire a questo un nesso di causa ed effetto, ma di certo possiamo affermare senza tema di smentita che, almeno sinora, non ha funzionato neppure come effetto deterrente”. “Serve subito deflazionare la densità detentiva – conclude – far cessare il caporalato di stato che si realizza con il trattenimento in servizio di poliziotti penitenziari anche per 26 ore continuative, come accaduto per esempio al carcere romano di Regina Coeli fra l’11 e il 12 maggio, rimpinguando compiutamente organici mancanti di 18mila agenti ed evitando che le pochissime assunzioni aggiuntive, 133 negli ultimi due anni e mezzo a fronte di oltre 6mila detenuti in più, finiscano negli uffici ministeriali. Va poi assicurata l’assistenza sanitaria e necessita riformare l’intero sistema. L’estate non è ancora iniziata, ma il clima nelle prigioni è già rovente”.