Gino Cecchettin, in collegamento da remoto durante la cerimonia finale del concorso “Emàncipa-Ti!” in Regione Lombardia, è tornato sulla violenza di genere: “Io vi parlo da papà che non si rassegna che una storia sia finita per mano di altri. Io faccio tutto nel nome di Giulia sperando che il futuro di altri giovani possa essere migliore. La violenza non inizia con un pugno o un omicidio ma molto prima”, spiega il padre di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta l’11 novembre 2023 a Fossò, provincia di Venezia. Per il femminicidio, Turetta è stato condannato in primo grado all’ergastolo.
“Controllare il telefono o dire se mi lasci mi rovini la vita è un ricatto, la violenza di genere inizia così fino ad arrivare all’ escalation. E a volte facciamo finta di niente. Ma anche i nostri silenzi possono fare danno. Non serve essere adulti per accorgersene. Quando vivete questo chiedetevi che tipo di persona volete essere, se una persona che accetta o che dice basta. Vorrei coinvolgere tutti a essere agenti di cambiamento cercando di capire che l’amore vero non crea disagio ma dà felicità e fa sentire vivo”, aggiunge.