Aveva un giubbino con la scritta in polacco 'Narodowa Duma' riconducibile a un gruppo estremista. Aperta intanto inchiesta su scritta 'Spara a Giorgia'

Continua la polemica politica dopo gli scontri tra manifestanti e polizia al corteo pro-Palestina di Milano dello scorso sabato. In particolare, gli esponenti delle opposizioni hanno denunciato la presenza, tra gli agenti che si occupavano di ordine pubblico, di una persona che indossava un giubbino nero con la scritta in polacco ‘Narodowa Duma’, riconducibile a un gruppo di estrema destra in Polonia. “Presenterò immediatamente un’interrogazione al ministro dell’Interno Piantedosi per sapere se ritiene normale che un agente delle forze dell’ordine possa indossare, durante il servizio, una giacca non prevista dall’uniforme ufficiale, per di più con simboli chiaramente riconducibili all’estrema destra internazionale”, aveva detto Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra. Oggi, lunedì, l’agente che indossava il giubbino è stato identificato, e la Questura di Milano sta approfondendo la vicenda per poi valutare eventuali responsabilità disciplinari a carico del poliziotto. 

De Cristofaro (Avs) presenta interrogazione parlamentare

I poliziotti non vogliono i numeri identificativi sui caschi e sulle divise per fare quello che gli pare ma, soprattutto, per non essere riconosciuti. Chi garantisce l’ordine pubblico deve essere riconoscibile e, soprattutto, non può utilizzare indumenti non regolamentari. A Milano due poliziotti in servizio al corteo pro Palestina indossavano capi d’abbigliamento differenti rispetto al resto del contingente e in particolare uno portava un bomber nero con dietro un’aquila stilizzata accompagnata dalla scritta ‘Narodowa Duma’, che in polacco significa ‘Orgoglio Nazionale’. Un logo riconducibile ad un gruppo dell’estrema destra polacca, noto per le posizioni neonaziste. L’altro con un’altra felpa con il logo di una palestra di crossfit con sede a Paderno Dugnano. Le immagini del poliziotto con il giubbotto dell’estrema destra polacca hanno suscitato forte preoccupazione per la violazione del principio di neutralità delle forze dell’ordine. Quello che è successo a Milano al corteo per la Palestina è gravissimo e inquietante ed è la spia di quello che potrebbe accadere dopo l’entrata in vigore del decreto legge sulla sicurezza. Il ministro Piantedosi dovrà risponderne e non fare finta di niente”, ha commentato il capogruppo al Senato di Avs, Peppe De Cristofaro, che insieme ai senatori Magni e Cucchi ha presentato un’interrogazione urgente al ministro dell’Interno Piantedosi e a quello della Giustizia Nordio. “Come è possibile che due funzionari di Polizia, in una manifestazione che già si preannunciava delicata e tesa, indossassero indumenti non solo non regolamentari ma addirittura contrari alla Costituzione?”, ha proseguito. “In Parlamento ci sono da tempo le proposte di Alleanza Verdi e Sinistra per adottare bodycam e codici identificativi sui caschi e sulle divise, mentre gli emendamenti al Ddl Sicurezza che ne chiedevano l’introduzione sono stati bocciati dalla destra. Se avessimo adottato questo tipo di dispositivi non ci sarebbe bisogno di un’indagine interna per scoprire il nome del responsabile. Il Ministro dell’Interno Piantedosi invece di prendersela sempre con chi manifesta, prenda provvedimenti contro il poliziotto che indossava la giacca del gruppo neonazista polacco. Ne va della fiducia dei cittadini in chi assicura la sicurezza pubblica”, ha concluso.

Donno (M5S): “Ministero faccia chiarezza”

Il ministero dell’Interno faccia chiarezza in merito ai recenti fatti che si sono verificati nella manifestazione Pro Palestina a Milano dove emerge, da un video diffuso dai media, che due poliziotti del reparto Mobile di Polizia indossano un giubbotto diverso dagli altri colleghi. Uno dei due indossa un bomber nero in cui si vede il logo di un’aquila con la scritta Narodowa Duma, slogan di un gruppo nazionalista polacco. Quanto accaduto è molto grave, per questo presenterò un’interrogazione per chiedere al ministro Piantedosi di fare luce su quanto accaduto. Chiederò inoltre quali azioni intenda intraprendere affinché un episodio simile non si ripeta ancora, e se non ritiene che i provvedimenti normativi intrapresi e di recente emanazione stiano esasperando il clima nel nostro Paese in un’ottica di repressione, e se questo non stia incidendo negativamente sui cittadini, sulla libertà di espressione e sul diritto di manifestare”, ha commentato in una nota il deputato del Movimento 5 Stelle, Leonardo Donno.

Indagine su scritta ‘Spara a Giorgia’ in corteo Milano

Intanto, la procura di Milano ha aperto un fascicolo contro ignoti per minaccia a corpo politico dello Stato per la scritta ‘spara a Giorgia’, apparsa sulla vetrina della sede di Banco Bpm di piazzale Lagosta sabato pomeriggio durante il medesimo corteo a Milano. Il fascicolo è stato iscritto direttamente dal Procuratore di Milano, Marcello Viola, che coordina anche il dipartimento antiterrorismo. È arrivata lunedì pomeriggio una prima informativa della Digos sui fatti avvenuti durante la manifestazione.

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