La Polizia Postale ha avviato accertamenti in merito alla diffusione dei numeri di telefono personali dei vertici dello Stato accessibili online pagando 50 euro. La vicenda è stata rivelata da ‘Fatto Quotidiano’ dopo la scoperta dell’esperto di informatica Andrea Mavilla. Secondo quanto si legge dell’articolo, sul web “c’è, tanto per iniziare, il numero del cellulare del presidente della Repubblica Sergio Mattarella” e “non è quello istituzionale, ma quello che usa per i contatti privati, con gli amici o i familiari”.
Per una cinquantina di euro, si potrebbe aggiungere in rubrica anche “quello della premier Giorgia Meloni”, e allo stesso prezzo i contatti personali del ministro della Difesa, Guido Crosetto o del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Il punto – prosegue il giornale – è che non stiamo neanche parlando di dark web, di siti online complicati da raggiungere, di profili da nascondere per accedervi o di chissà quali capacità informatiche per acquisirli. Avviene tutto alla luce del sole“.
Il meccanismo è quello dei cosiddetti portali di lead generation, dei quali il Fatto non divulga il nome. “Di piattaforme (e plug in) simili ne abbiamo trovate almeno 8. Ne abbiamo testate a fondo tre. Hanno sede in Russia, Israele e Usa“. Sulla base di quanto svelato da Mavilla, la Polizia Postale ha avvisato accertamenti “per verificare la diffusione delle informazioni personali in Rete e la liceità del possesso di tali dati”.
La polizia Postale depositerà a breve un’informativa alla Procura di nome in merito agli accertamenti avviati sulla diffusione a pagamento di informazioni e numeri di telefono personali dei vertici dello Stato, svelata dal Fatto Quotidiano dopo la scoperta di un informatico. Gli accertamenti, secondo quanto si apprende, mirano a verificare possibili violazioni di dati sensibili.