Reggio Emilia, “ti sgozzo come un capretto”: insulti e maltrattamenti a moglie e figlia

Applicato il braccialetto elettronico a un 62enne che per 40 anni ha maltrattato la consorte

“Ti ammazzo”, “Ti sgozzo come un capretto”, “Ti faccio finire sotto terra”: era questo il tenore delle minacce che un uomo di 62 anni ha rivolto alla moglie in oltre 40 anni di matrimonio.

Insulti, minacce di morte, aggressioni fisiche e dilapidazione del patrimonio familiare a causa di dipendenze da droghe, gioco d’azzardo e alcol. Queste le condizioni subite da una sessantenne reggiana in oltre quarant’anni di matrimonio da parte del marito che non esitava ad usare violenza nei confronti della moglie e talvolta anche verso la figlia anche davanti ai figli minori. Gravi condotte maltrattanti quelle compute nei confronti della moglie e della figlia conseguenza della quali i Carabinieri della stazione di Corso Cairoli, a cui la donna nel corso di una lunga deposizione ha raccontato i fatti subiti da decenni, hanno denunciato alla Procura di Reggio Emilia, diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci, un 62enne reggiano in ordine al reato di maltrattamenti in famiglie continuati e aggravati per essere stati commessi davanti ai figli minori e nei confronti della figlia minorenne.

La Procura della Repubblica di Reggio Emilia ha richiesto e ottenuto dal GIP del Tribunale di Reggio Emilia l’applicazione nei confronti dell’uomo della misura cautelare divieto di avvicinamento, prescrivendogli di non avvicinarsi all’abitazione della donna, dei figli ed ai luoghi dai medesimi frequentati, mantenendo una distanza di 1000 metri e di non comunicare con qualsiasi mezzo e in qualsiasi modo con le vittime vittima, disponendo l’applicazione del braccialetto elettronico.

Dalle risultanze investigative è emerso come l’uomo dal 1984 maltrattava la moglie sottoponendola a quotidiani atti di vessazione psicologica, insultandola ripetutamente con gravi epiteti, strattonandola, schiaffeggiandola, prendendola a calci, lanciandole contro oggetti, umiliandola in pubblico prendendola per il collo e sbattendola al muro, minacciandola frequentemente.

Maltrattamenti che non risparmiavano nemmeno la figlia, punita con imprecazioni e violenze. Episodi delittuosi quelli denunciati dalla donna che riscontrati dai militari della stazione di Corso Cairoli hanno portato all’odierno provvedimento cautelare richiesto ed ottenuto dalla Procura reggiana. I Carabinieri, ricevuta l’ordinanza applicativa della misura, vi davano esecuzione sottoponendo al provvedimento cautelare l’uomo. Gli accertamenti relativi al procedimento, in fase di indagini preliminari, proseguiranno per i consueti approfondimenti investigativi al fine delle valutazioni e determinazioni inerenti all’esercizio dell’azione penale.