Inchiesta urbanistica Milano, cantiere a Brera: “Pratica del 1828”

L'area dovevano sorgere case popolari nell'indagine della procura per abusi edilizi e falsi in atto pubblico

Nuovi sviluppi nell’inchiesta sull’urbanistica della Procura della Repubblica di Milano, questa volta relativi al cantiere a Brera. Sull’area di via Anfiteatro 7 a Milano dove è in corso l’intervento immobiliare ‘UNICO-Brera’ dei costruttori Rusconi, sotto inchiesta della Procura per abusi edilizi e falsi in atto pubblico, dovevano sorgere “case popolari”. Non sono state violate le leggi sui volumi dei nuovi immobili come dimostrerebbero le “pratiche edilizie del 1828 e del 1934”, come si legge in una sentenza del Consiglio di Stato che l’architetto Marco Emilio Cerri, progettista ed ex membro della commissione paesaggio di Milano indagato per vari reati edilizi, ha depositato mercoledì al gip Mattia Fiorentini durante il suo interrogatorio preventivo, nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex dirigente Giovanni Oggioni per corruzione e depistaggio.

I legali del 52enne su cui pende una richiesta di interdittiva, avvocati Umberto Ambrosoli ed Enrico Canzi, hanno depositato il provvedimento del 2021 dei giudici amministrativi che hanno dato ragione alla società immobiliare, respingendo un ricorso di alcuni abitanti della zona. Una scelta che secondo i legali servirà a dimostrare che non sono stati commessi illeciti nel realizzare i due edifici di lusso da 11 e 4 piani – con prezzi a partire da 660mila euro ad appartamento – e autorizzati con Scia alternativa al permesso di costruire come “ristrutturazione” di due ruderi settecenteschi di 5 e 3 piani di proprietà pubblica, demoliti 14 anni prima. Nel 1999 infatti l’amministrazione comunale avrebbe già immaginato ci costruire su quell’area e “approvato un progetto di ricostruzione di un immobile” da “destinare alla creazione di nuove case popolari”, poi mai realizzato.

Nel giudizio amministrativo è stata anche prodotta la “documentazione fotografica” per dimostrare la preesistenza degli immobili da ristrutturare. Nel 2007 i ruderi sono stati abbattuti e nel 2008 il lotto assegnato a BNP Paribas nel piano di valorizzazioni e alienazioni immobiliari del Comune. La banca ha presentato nel corso degli anni diversi progetti preliminari, sempre incaricando l’architetto Cerri, e poi ha venduto l’area nel 2019 alla società dei Rusconi, RS Sviluppo srl. Secondo i costruttori – si legge – non ci sarebbero violazioni sui volumi di nuovo cemento realizzati anche sulla base delle “pratiche edilizie del 1828 e del 1934” che sono state prodotte.