Roma, la sorella di Ousmane Sylla: “Qui per chiedere giustizia”

“Il luogo che ho visto oggi so che Ousmane non poteva sopportarlo, sette giorni qui sono stati come sette anni, ha posto fine alla sua vita ma ancora non mi rendo conto di quello che ha fatto”. Distrutta dal dolore Mariama Sylla – sorella di Ousmane Sylla, migrante suicida nel Cpr di Ponte Galeria, a Roma, il 4 febbraio del 2024 – è tornata insieme a una delegazione di parlamentari sul luogo dove il fratello si è tolto la vita. All’uscita della visita Mariama ha raccontato quello che ha visto e provato.

“Sono stata contenta di essere potuta entrare e vedere quello che ho visto, lo avevo già visto nei video pensavo fosse meglio, ma non è così, non è un buon luogo e non c’è stata giustizia per Ousmane. L’ultima volta che l’ho sentito è stato il 9 novembre e lui mi ha detto: ‘Non ti preoccupare, abbi cura di mamma e di te’. Gli ho chiesto perché mi diceva queste cose. Lui mi ha risposto di stare tranquilla e che si sarebbe fatto vivo presto, ma non ha avuto tempo”, racconta Mariama. “Io non ho potuto vedere la scritta che ha fatto, ma siamo sicuri che ha voluto lanciarci un messaggio. Sono qui per chiedere giustizia per Ousmane e per tutti quelli come lui, siamo qui per avere giustizia e stare al fianco di tutti quelli che combattono in questa lotta”.