“No a file chilometriche e barriere. La piazza resterà aperta e permetterà un’esperienza privilege, un modello sostenibile da esportare agli altri monumenti della città”

La Fontana di Trevi è da giorni al centro del dibattito pubblico della città di Roma e non solo. In vista del Giubileo 2025, infatti, il monumento è stato sottoposto a una vasta operazione di restauro, che dovrà concludersi entro la fine dell’anno. Per l’occasione, l’accesso alla Fontana è stato prima chiuso da una barriera trasparente. Poi è stata anche prosciugata l’acqua, per permettere di intervenire direttamente sulla vasca. È stata quindi installata una piccola piscinetta giusto dietro la vetrata, permettendo così ai turisti di poter continuare, anche in questa fase di lavori, il benaugurante lancio della monetina, i cui ricavi vengono consegnati alla Caritas per finanziare le proprie attività caritatevoli.

Ad ultimo, per consentire la fruizione della Fontana anche in questo stato, è stata riproposta una passerella ad hoc, già vista durante i lavori di restauro del 2014, che garantisce una prospettiva unica e ravvicinata sulle sculture. Per motivi di sicurezza, l’accesso alla passerella è ovviamente contingentato, rendendo di fatti la visita a Fontana di Trevi un’esperienza a numero chiuso.

Quella del contingentamento, a detta del sindaco Roberto Gualtieri, è anche e soprattutto però una sperimentazione in vista del prossimo anno, nel corso del quale l’amministrazione capitolina ha previsto di rendere definitivo il numero chiuso per l’accesso alla Fontana. Una decisione discussa, che ha generato un forte dibattito tra la popolazione romana e che ha già causato non poche polemiche, anche tra alcuni commercianti dell’area che hanno denunciato un calo dei consumi causato dalle inevitabili modifiche alle modalità di fruizione della piazza.

Non tutti, però, credono che il contingentamento sia un errore, ma anzi c’è chi sostiene che questa novità potrebbe rappresentare un’ottima occasione di miglioramento per l’intera area interessata. È questa l’opinione dell’Associazione Commercianti Fontana di Trevi, che in esclusiva a LaPresse ha espresso il proprio piano di intervento che presenterà all’amministrazione in vista del futuro contingentamento: “Quando ci chiedono se siamo d’accordo a tutelare e a salvaguardare la Fontana la nostra risposta è assolutamente sì” – ci spiega Marco Guerrini dell’associazione – Noi non siamo contro il contingentamento. Chiediamo solamente di essere presi in considerazione nel processo di attuazione. Vogliamo, insomma, che ci chiedano come noi immaginiamo possa essere gestita la nuova piazza”. Nei prossimi giorni i commercianti hanno in programma di incontrare Alessandro Onorato e Monica Lucarelli, rispettivamente assessori del comune di Roma al turismo e alle attività produttive: “Vogliamo solo parlarne insieme, noi siamo aperti ad altre idee”, dicono.

Quello che l’associazione presenterà all’amministrazione è quindi l’insieme di proposte da loro immaginato per garantire le nuove modalità di fruizione del monumento. A quanto apprende LaPresse, dunque, sono tre i punti fondamentali attorno a cui ruota il piano: ‘No alle barriere di vetro; no alle file chilometriche; introiti che restano all’interno di un sistema chiuso volto a migliorare l’intera area’.

Prima di tutto, i commercianti ritengono infatti un errore riproporre, al termine di questi lavori di restauro, le barriere di vetro che oggi chiudono l’accesso agli scalini che anticipano la vasca. Queste rappresenterebbero, infatti, un ricettacolo di sporcizia, oltre a prestarsi a essere ricoperte di scritte e adesivi che danneggerebbero la visuale: “Molto meglio – suggeriscono – dei cordoni, come anche già proposto dal sindaco”. L’obiettivo quindi è quello di mantenere comunque una piazza sempre aperta, garantendo la vista sul monumento a chiunque. La novità sarebbe infatti solo nell’accesso alla parte bassa, adiacente alla vasca, per la quale i commercianti immaginano una sorta di ‘esperienza premium’: “Non basta una prenotazione online. Secondo noi sarebbe da prendere in considerazione l’idea che l’accesso contingentato alla Fontana sia garantito a quel tipo di turismo che contribuisce ad arricchire la città di Roma. Suggeriamo, ad esempio, l’idea di ‘premiare’ chi dorme e consuma all’interno della città, a discapito invece di quel turismo ‘mordi e fuggi’ , tipico delle navi da crociera, che non genera alcun tipo di valore intorno al monumento. Ovviamente – chiariscono – sarà poi l’amministrazione a decidere i canoni selettivi”.

A partire da questo concetto, i commercianti dell’area di Trevi propongono quindi anche di evitare le lunghe file chilometriche che si andrebbero a creare, come già accade per altri monumenti. L’idea suggerita, in questo caso, è quella di sviluppare un’app che, sul modello del saltafila delle poste, possa avvisare i fruitori del biglietto dell’orario esatto a cui presentarsi in loco. Il tempo all’interno dell’area contingentata, in questo senso, sarebbe quindi limitato presumibilmente a un quarto d’ora alla volta, garantendo così un ricambio rapido e costante all’interno della fascia oraria di 18 ore – almeno – in cui dovrà restare aperta la Fontana: “Per quanto riguarda la notte, nessun contingentamento e nessuna chiusura, la Fontana deve restare aperta e fruibile da tutti”, dicono.

L’ultimo punto riguarda infine l’aspetto economico. Anche su questo i commercianti vorrebbero poter dire la loro: “Non ha senso mettere un biglietto fisso, magari a due euro come sentiamo dire. Secondo noi è molto meglio un ticket variabile, che cambi a seconda della fascia stagionale e di quella oraria. Non è assurdo pensare che, ad esempio, a febbraio si possa accedere sempre con prenotazione, ma in maniera gratuita, alzando invece a luglio il costo d’ingresso a 3-4€, se non di più. Allo stesso modo, anche per permettere una maggiore scorrevolezza delle file, al momento della prenotazione potrebbero esserci degli incentivi sulle fasce orarie meno battute, in modo da spalmare le visite nel corso di tutta la giornata”. Quello che è certo, secondo l’associazione, è che i ricavi dei ticket dovranno rimanere nella stessa zona della Fontana: “I soldi che verranno incassati devono rimanere all’interno dell’ecosistema che gira intorno alla Fontana, garantendo i doverosi sistemi di sicurezza e di pulizia, di illuminazione e di fruizione. Penso, ad esempio, al manto stradale fatto di Sampietrini, che necessita di costante manutenzione, ma anche all’applicazione di bagni pubblici, che oggi mancano totalmente nell’area”.

L’idea è quindi quella di mantenere i ricavi all’interno dello stesso sistema chiuso, evitando così che dal Campidoglio possano dirottare le risorse in altre necessità: “In questo modo – spiegano i commercianti di Trevi – si creerebbe un modello sostenibile che garantirebbe un mantenimento efficiente e sano del monumento, che se risultasse efficace potrebbe essere quindi riproposto ed esportato a tutti gli altri monumenti della città”, spiegano. Una precisazione necessaria: “Manco a dirlo, i ricavi delle monetine resterebbero totalmente nelle mani della Caritas”.

Questo, dunque, il piano che l’associazione avanzerà in occasione dell’incontro prossimo con gli assessori Onorato e Lucarelli. Garantita massima apertura e disponibilità al dialogo, augurandosi così che le proposte da loro avanzate possano trovare terreno fertile all’interno dell’amministrazione capitolina, per compiere in maniera sinergica quel passaggio storico al contingentamento della Fontana di Trevi.

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