A dare l'annuncio, alle 10:01, l'arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia
Si è ripetuto il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro. Alle ore 10.01 l’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia ha annunciato ai fedeli presenti nel Duomo che il sangue del Santo patrono, contenuto nell’ampolla appena presa dalla cassaforte che la custodisce, è sciolto. L’annuncio è stato accompagnato dal tradizionale sventolio di un fazzoletto bianco da parte di un membro delegato della Deputazione di San Gennaro ed è stato accolto dall’applauso dei tanti fedeli presenti nel Duomo.
Il sangue contenuto nell’ampolla è apparso sciolto già nel momento in cui l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ha aperto la cassaforte nella quale è custodita, all’interno della Cappella di San Gennaro. Le ampolle sono state poste sul tronetto portato a spalla dai seminaristi fino all’altare maggiore del Duomo. “Oggi più che mai il mondo ha bisogno di pace, e così con San Gennaro vogliamo domandare il dono della pace, con l’impegno di ognuno di noi”, ha detto l’arcivescovo prendendo la parola dall’altare del Duomo all’inizio della celebrazione della messa.
L’arcivescovo: “Non scorgere presagi futuri in sangue San Gennaro”
“Non possiamo guardare al sangue del nostro patrono senza guardare al sangue della gente, al sangue di chi è nel dolore, al sangue dei poveri, al sangue degli ultimi. Sarebbe un’ipocrisia imperdonabile. Non dobbiamo preoccuparci se il sangue di questa reliquia si scioglie o no, ma dobbiamo preoccuparci se a scorrere tra le nostre strade e nel nostro mondo è il sangue dei diseredati, degli emarginati, degli ultimi, degli innocenti”. Lo ha detto l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nella sua omelia per la festività di San Gennaro. “Il sangue del vescovo Gennaro – ha ricordato l’arcivescovo – è sempre un indice puntato al sangue di Cristo, tanto al sangue di Cristo quanto al sangue dei poveri e degli ultimi in cui Cristo vive. Ogni altra modalità di leggere questo segno, di accostarsi a questa reliquia, magari per scorgere presagi futuri, ci porterebbe fuori pista, allontanandoci dal sentiero che il nostro martire ha per noi tracciato e che da secoli continua a indicare alla nostra terra: il sentiero che conduce al Vangelo, sentiero che profuma di assoluto e di salvezza, che ridesta la consapevolezza della sete dell’anima, che è sete di Dio, ma che è al contempo anche fame di giustizia, desiderio di unità, comunione, solidarietà fraterna”.
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