Il sottosegretario alla Giustizia in merito ai numerosi casi di suicidio nei penitenziari
Sono 72 i detenuti che nel 2024 si sono suicidati nelle carceri italiane. L’ultimo si è tolto la vita nel penitenziario di Regina Coeli, a Roma, lo scorso 17 settembre. “La situazione è grave, fosse anche un solo suicidio. Ci stiamo lavorando con un aggiornamento del documento rischi e prevenzione suicidi. Evidentemente è necessario comprendere le cause e le radici profonde”, ha detto Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia. “Collaborazione con il Dipartimento di amministrazione penitenziaria? Sta andando tutto bene e ci mancherebbe pure, il Dap è una propagazione del ministero della giustizia”, ha aggiunto il sottosegretario che poi si è soffermato sugli ultimi investimenti per le pene alternative: “È un primo passo per avere un domicilio per chi non può accedere alle pene alternative per mancanza di un domicilio, cosa che in passato mai nessuno ha pensato. Non è corretta una giustizia a doppia velocità a seconda del censo“. “Oggi abbiamo 8mila detenuti a cui manca un anno, altri 8mila a cui mancano due anni. Evidentemente possono già accedere a pene alternative, ma non vengono date attualmente dalla magistratura, che avrà i suoi buoni motivi. Se però uno dei motivi fosse quello del presupposto oggettivo della mancanza di domicilio, il ministero con questa operazione se ne è fatto carico”, ha dichiarato ancora. “Se il motivo è la pericolosità sociale non ce ne possiamo fare carico perché non faremo mai un provvedimento generalista svuota carceri”. Delmastro non ha risposto, invece, in merito al processo in corso a suo carico per violazione del segreto d’ufficio: “Non sono costumato a parlare dei miei processi”.
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