Addetto alle pulizie in un ospedale romano per conto di una ditta e strozzino nel tempo libero. Le persone in difficoltà e gli ammalati erano i suoi ‘clienti’ preferiti. I tassi d’interesse che applicava loro, superavano il 900% ed a rivolgersi a lui erano per la maggior parte i suoi colleghi di lavoro. L’incubo per cinque, delle numerose vittime di Marco Porzia, è finto solo dopo la denuncia di un’usurato che si è rivolto ai carabinieri della stazione di Porta Portese, che questa mattina, hanno notificato al sessantenne, residente a Mentana in provincia di Roma, un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliati firmata da giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma, Maria Gaspari. Le accuse per l’uomo, vanno da quella di rapina alla tentata estorsione fino all’esercizio abusivo dell’attività finanziaria.
L’indagine dei carabinieri ha ricostruito che l’attività usuraia era iniziata durante la pandemia Covid. Scrive il Gip nell’ordinanza: “a fronte di un prestito di €500,00” – elargito nei confronti di un collega di lavoro – “lo aveva obbligato alla restituzione complessiva di € 20.000”. La vittima, “riferiva inoltre che l’indagato gli aveva sottratto con la forza la propria carta Poste Pay e, che, poiché detta carta era bloccata, …, approfittando di un momento di sua distrazione, si era impossessato anche della sua nuova carta Poste Pay. Il monitoraggio della lista movimenti della citata carta ha consentito di ricondurre l’utilizzo della stessa in capo al P. e di accertare numerose “ricariche” di denaro effettuata in favore dell’indagato da numerosi soggetti per una somma complessiva di €35.260,00, somma che ha indotto la polizia giudiziaria a ritenere che le vittime del Porzia fossero numerose”. Le vittime venivano intimorite e minacciate dal sessantenne che gli faceva credere di agire per conto di altri ‘soci’ pronti a tutto per recuperare i crediti e che all’occorrenza, in caso di rate non pagate e di interessi, che nelle intercettazioni telefoniche definiva ‘multe’.