Il 7 agosto del 2019 veniva ucciso Fabrizio Piscitelli

“No, ma poi glielo abbiamo spiegato dico .. st’ atteggiamento ..lui c’ha i soldi…… …ricordate che a Roma la gente con i soldi rimane sulle panchine …”. È una delle intercettazioni ambientali, riportate nell’informativa dell’inchiesta ‘Assedio’, che l’agenzia LaPresse ha visonato, captate dai trojan inoculati dalla Dia, nel telefono cellulare di Roberto Macori, che fa chiaro riferimento all’omicidio dell’capo degli Irriducibili della Lazio, Fabrizio Piscitelli, detto “Diabolik” avvenuto il 7 agosto del 2019 su una panchina nel parco degli Acquedotti.

La conversazione è stata captata all’incirca un mese dopo l’omicidio. Macori, l’uomo ‘cerniera’ appartenente all’estrema destra vicino ai clan calabresi, finito in manette la scorsa settimana con l’accusa di riciclaggio con metodo mafioso nell’ambito dell’inchiesta della DDA di Roma, dove sono finiti in manette, oltre ai figli dei boss Michele Senese e di Enrico Nicoletti, rispettivamente appartenenti uno alla camorra e l’altro considerato il cassiere della banda della Magliana.

DDA su omicidi Diabolik e Gioacchini: “Prova di ‘supercupola’”

I due omicidi, quello del capo degli irriducibili della Lazio, Fabrizio Piscitelli, e quello di Andrea Gioacchini, assassinato a colpi di pistola davanti ad un asilo alla Magliana a gennaio del 2019, maturarono ‘nell’ambito della convergenza degli interessi tra parti estremamente distaccate‘. Secondo quanto scrivono i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, nell’informativa che ha dato in via all’inchiesta ‘Assedio’ da cui sono scaturite le due maxi operazioni antimafia, che hanno visto in manette, una il sindaco di Aprilia, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e l’altra personaggi del calibro del figlio del boss della camorra Michele Senese e del figlio dell’ex cassiere della banda della Magliana, Enrico Nicoletti, nel Lazio e in Lombardia, in particolare a Roma, la zona dell’agro pontino e Milano esisterebbe una cupola mafiosa, definita ‘Supermafia’, che condizionerebbe alcune parti dell’economica lecita, della politica e della vita sociale.

Scrivono i magistrati della DDA di Roma, nell’informativa, che ha portato alle due maxi operazioni antimafia della Dia di Roma: “Il dato straordinario che emerge è rappresentato proprio dalla convergenza degli interessi tra parti apparentemente staccate ed autonome eppure pienamente integrate in un contesto che sembra ogni volta univoco. Ed è proprio questa la specificità del Sistema mafioso romano, l’estrema fluidità con la quale colonne autonome si muovono in maniera sempre sincronica non puntando alla ricerca ma al mantenimento di un equilibrio che è consolidato ma che quando scalfito, provoca reazioni decise che non escludono fatti omicidiari. La morte di Gioacchini Andrea e di Piscitelli Fabrizio, pur nella complessità stessa degli scenari in cui maturavano, certamente sono la prova ingombrante dell’esistenza e della estrema pervasività di un’associazione mafiosa estesa ed estremamente articolata che pure ha la capacità di permeare ogni angolo vitale della vita sociale: si emancipa dal territorio ma al territorio sa tornare quando se ne presenta la necessità. Ed allora, in questo contesto l’astrazione dell’analisi trova estremo riscontro nella fattualità degli interessi e delle dinamiche criminali tanto che, in maniera assolutamente non concordata, Pezzella e i Casamonica”. 

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