Secondo gli inquirenti Gianluca Molinaro poteva uccidere ancora
Gianluca Molinaro, che ha sparato alla sua ex Manuela Petrangeli, uccidendola, poteva uccidere ancora. Nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Roma nei confronti di Molinaro, gli inquirenti fanno riferimento ad altre due cartucce di grosso calibro, sequestrate in una borsa che aveva a disposizione l’assassino. Ci sono poi una telefonata ed un messaggio whatsapp, nelle mani dei carabinieri, dai toni inequivocabili. Subito dopo aver premuto due volte il grilletto del fucile a canne mozze, per uccidere la sua ex, madre di suo figlio, l’uomo ha chiamato la sua precedente compagna alla quale avrebbe detto: “Il sangue schizzava da tutte le parti. Spero di averla presa bene”.
Il contenuto della telefonata di Molinaro, in carcere da giovedì, è stato trascritto integralmente nell’ordinanza del Gip del tribunale di Roma che ha confermato la detenzione dell’uomo, reo confesso del delitto. L’uomo, difeso dall’avvocato Eleonora Nicla Moiraghi, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dall’utilizzo di un’arma clandestina, ha assassinato la ex in via Orseolo, poco distante dalla clinica dove la donna lavorava come fisioterapista, e dopo il delitto ha anche inviato un messaggio ad un suo amico in cui scriveva: “oggi spero di prendere due piccioni con una fava”, e subito dopo il delitto ne inviava un altro: “ho sparato due botte”.
Il sospetto, secondo quanto si legge nell’ordinanza, è che l’assassino volesse uccidere ancora, forse pensando di sorprendere la sua ex con un altro uomo. Proseguono intanto le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Roma, per risalire alla provenienza dell’arma del delitto. Non si esclude che Molinaro, che lavorava come Oss in una clinica per disabili psichiatrici a lunga degenza, avesse contatti e rapporti importanti con la criminalità romana dedita ad esecuzioni e rapine.
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