E’ durato circa tre ore l’interrogatorio di Paolo Emilio Signorini, sentito oggi nel tribunale di Genova dai pm dell’inchiesta sulla corruzione in Liguria.
L”ex numero uno del porto del capoluogo ligure è stato accompagnato con un mezzo della polizia penitenziaria dal carcere di Marassi, dov’è recluso dallo scorso 7 maggio. Si è trattato di un interrogatorio chiave per ricostruire la posizione dello stesso Signorini, che avrebbe respinto ogni accusa, e parallelamente anche gli episodi emersi dalle intercettazioni, telefoniche ed ambientali. Da queste nasce l’ipotesi dell’inchiesta legata ad alcune vicende di corruzione da parte dell’imprenditore portuale Aldo Spinelli, con regali benefit e denaro, per agevolare una serie di pratiche portuali.
“Siamo moderatamente soddisfatti, nei limiti della situazione. Non era previsto che l’interrogatorio fosse particolarmente lungo, gli addebiti sono relativamente pochi e ha risposto a tutto”. Così l’avvocato Enrico Scopesi, legale dell’ex presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, al termine dell’interrogatorio del suo assistito oggi in procura a Genova. “Ha respinto gli addebiti di corruzione”, ha sottolineato il legale. “Ha riconosciuto sicuramente una sostanziale inappropriatezza di una frequentazione con quello che ha sempre ritenuto e ritiene un amico, riconosce tanto più evidentemente oggi con il senno di poi che non fossero comportamenti così appropriati. Detto questo ha ribadito con fermezza che tutto l’operato è stato nell’interesse del porto e degli operatori, e chiarito alcuni aspetti anche oltre le domande fatte sulla correttezza delle pratiche”.