Tornerà in Italia Chico Forti: l’annuncio è stato dato ieri mentre la premier Meloni si trovava negli Stati Uniti, dove ha avuto un colloquio con Biden. “La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha chiamato direttamente Chico in carcere per dargli la notizia. Un premio per la tenacia di Chico. Nessuno sa come ha fatto a resistere 24 anni in un carcere di massima sicurezza americano” ha detto Gianni Forti, zio di Chico, l’imprenditore trentino in carcere in Florida con l’accusa di avere ucciso Dale Pike il 15 febbraio 1998. “Non so esattamente le modalità del rientro di Chico – ha aggiunto lo zio -. Credo che sarà trasferito secondo le regole della Convenzione di Strasburgo”.
“Dopo 24 anni di battaglie abbiamo vinto la guerra. La vittoria è arrivata attorno alle 16 di ieri quando mi ha chiamato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dicendomi che di lì a poco avrebbe dato l’annuncio. Confido che per Pasqua si risolva tutto, tempi tecnici permettendo. Alla mamma lo dirà direttamente lui che rientra in Italia. Ha 96 anni e ha sempre combattuto” ha detto ancora lo zio.
Saranno necessarie “settimane” o fino a “un paio di mesi” prima che Chico Forti possa rientrare in Italia. “Ci sono procedure tecniche non comprimibili, ma Farnesina e Giustizia faranno di tutto per accelerare i tempi per quanto di loro competenza”, spiegano a LaPresse fonti qualificate. Le procedure per l’estradizione del cittadino italiano, attualmente detenuto in Florida, infatti prevedono diversi passaggi. In primo luogo, dopo aver ricevuto l’ordine dal governatore della Florida Ron DeSantis, Forti sarà trasferito dal carcere statale dove si trova in un penitenziario federale. A quel punto la pratica passerà al dipartimento di Giustizia che trasmetterà al ministero di Giustizia italiano la sentenza tradotta e la documentazione prevista che indicherà la possibilità del trasferimento. Il Ministero italiano girerà la documentazione all’autorità giudiziaria, che a sua volta dovrà riconoscere la sentenza e metterla in esecuzione. A questo punto verrà organizzato il trasferimento del detenuto in Italia dove dovrà scontare la pena dell’ergastolo, ma verranno rispettati i regolamenti e le norme italiane. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva parlato più volte del caso Forti con il Segretario di Stato americano Antony Blinken, e il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, aveva avanzato la questione in novembre al Dipartimento di Giustizia, in un incontro con l’Attroney general Merrick Garland. Uno degli ostacoli più difficili, quello dell’ergastolo “without parole” americano, era stato affrontato proprio da Nordio.