Terrorismo, l’avvocato del presunto affiliato all’Isis: “Mai colpirebbe l’Italia”

A Milano interrogatori di garanzia per i due egiziani arrestati due giorni fa

A Milano, alla presenza del giudice per le indagini preliminari Fabrizio Filice, nel carcere di San Vittore a Milano, si sono svolti gli interrogatori di garanzia di Alaa Refaei e Mohamed Gharib Nosair, i due egiziani arrestati due giorni fa con l’accusa accusati di essere associati al gruppo terroristico dello Stato Islamico.

“Ha risposto a tutte le domande che ci ha rivolto il gip, abbiamo dato i nostri chiarimenti. Dobbiamo ridimensionare le accuse. Il mio cliente ha confessato di aver postato quegli scritto sull’Isis, ha però rivendicato il suo diritto di critica politica e ha chiarito che il suo sostegno di condivisione erano solo per l’attività dell’Isis contro il regime di Assad” ha riferito all’uscita Emanuele Perego, legale di Refaei. “Ha criticato il regime siriano ed esaltato la libertà di parola e di opinione che c’è in Italia. È contentissimo di essere in Italia, ha portato qua la sua famiglia e ha detto che non avrebbe mai fatto nulla contro l’Italia e l’occidente perché mi lo ospitato e gli hanno dato una vita migliore rispetto a quella che avevo nel mio paese, ha portato qua la sua famiglia per far vivere i figli qua, farli andare a scuola, comprare una casa. Non è un soggetto pericoloso” ha poi aggiunto il legale.

“Frasi contro Meloni? Un leone da tastiera”

“Le frasi contro Giorgia Meloni? Sono i classici leoni da tastiera, un like messo così non vuol dire nulla” ha poi precisato il legale. “Per quanto riguarda le accuse di aver inviato soldi ad affiliati allo Stato Islamico, l’avvocato di Refaei ha spiegato che, “è entrato in contatto con l’affiliato dell’Isis in modo casuale. Guardando sui social i campi profughi siriani è entrato in contatto con una donna che gli ha chiesto un aiuto, questa gli ha chiesto di mettersi in contatto con questo soggetto presunto affiliato all’Isis. Quest’uomo si è fatto mandare i soldi che poi avrebbe distribuito a donne e bambini. Non sapeva fosse un affiliato Stato Islamico, da padre di famiglia si è messo una mano sul cuore e ha fatto beneficenza ma non sapeva fossero le donne e bambini figli dei terroristi dell’Isis”.

Il legale ha poi precisato: “Ho presentato istanza di scarcerazione con richiesta di arresti domiciliari , dopo un’interlocuzione con il procuratore valuterò se presentare ricorso al tribunale del Riesame. Ora si è reso conto che quello che stava facendo è un reato, non sapeva che mettere un like o vedere e condividere questi filmati fosse un reato. Ha commesso una leggerezza con superficialità. Ha reagito piangendo, è distrutto perché pensa alla propria famiglia” ha detto Perego. “Siamo tutti esseri umani -ha continuato Perego- conosco sia il giudice che il pm, so che sono persone serie e garantisce quindi auspico che non si faranno condizionare dal contesto internazionale. So che sarà una scelta sofferta che potrà andare anche contro corrente rispetto al clima generale, però bisogna contestualizzare la vicenda, valutarla nella reale consistenza e lieve gravità. Sono sicuro che il giudice non si farà condizionare dall’attentato di Bruxelles e dalla guerra tra Palestina e Israele”.