Brandizzo, psicologa: “Per chi si è salvato sindrome sopravvissuto”

Rita Di Iorio a LaPresse: "Nelle situazioni di emergenza fondamentale ricevere un supporto dai primi momenti"

Lo shock ma anche i sensi di colpa nella testa dei sopravvissuti all’incidente ferroviario di Brandizzo, con la cosiddetta ‘sindrome del sopravvissuto’. Rita Di Iorio, psicoterapeuta e psicologa delle emergenze, descrive così a LaPresse le sensazioni che chi si è salvato prova in caso di tragedie come questa: “Gli incidenti come questo creano scenari estremamente traumatici, molto difficili anche solo da osservare. Immagini altamente scioccanti per i due sopravvissuti che dovranno affrontare da una parte il dramma di quanto hanno visto e dall’altra la sindrome del sopravvissuto“, ha detto. A Brandizzo cinque operai sono morti travolti da un treno nella notte tra il 30 e il 31 agosto, mentre due colleghi si sono miracolosamente salvati. “Chi sopravvive a questi eventi, infatti, spesso si sente in colpa con chi ha convissuto situazioni di emergenza che hanno avuto una sorte peggiore e si chiede perché lui si è salvato e gli altri no”, ha spiegato. 

“Fondamentale supporto in situazioni di emergenza”

“Non so se nell’immediato sia stato offerto loro un sostegno psicologico immediato. Spero di sì, perché nelle situazioni di emergenza è fondamentale ricevere un supporto sin dai primi momenti da psicologi dell’emergenza, che sono esperti nella gestione di queste situazioni. Non si può pretendere di superare questi traumi da soli. Va bene il supporto della famiglia, degli amici ma qui serve qualcosa di più profondo e strutturato con uno specialista”, ha proseguito l’esperta. “Se il trauma non viene elaborato – conclude – c’è il rischio che si incisti e poi torni con vari disturbi: dallo stress post traumatico alla depressione, fino all’incapacità di tornare sul posto di lavoro, in questo caso sui binari di una stazione”.