Si aggiunge il Friuli Venezia Giulia alla lista delle Regioni che chiedono al governo di proclamare lo stato di emergenza da crisi idrica. “Crisi mai vista prima”, mette nero su bianco il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, in una lettera inviata al presidente del Consiglio, Mario Draghi. La torrida estate italiana non molla la presa. In Trentino salgono a 17 i Comuni che hanno deciso di chiudere le fontane di notte e vietare l’uso dell’acqua per finalità non domestiche: stop a piscine, irrigazioni orti e giardini e lavaggio casalingo delle auto. Stesso discorso a Pisa dove il sindaco Micheli Conti annuncia un’ordinanza per vietare di “utilizzare l’acqua potabile per scopi diversi da quelli igenico-domestici” fino al 31 agosto 2022. Timeline indicata anche dal neoeletto primo cittadino di Verona, Damiano Tommasi, che invita i cittadini a ridurre gli sprechi. Il ‘dossier Siccità’ dovrebbe approdare sul tavolo del governo già lunedì. Le bozze di decreto circolate in settimana parlano della nomina di un ‘Commissario straordinario per il contrasto e la prevenzione della siccità’ successiva alla dichiarazione dello Stato di emergenza di rilievo nazionale. La figura resterà in carica fino al 31 dicembre 2024 con una struttura tecnica di 30 persone alle sue dipendenze, ‘pesanti’ poteri sostitutivi delle Regioni e in deroga alle normative ordinarie e la disponibilità di un conto di tesoreria di cui ancora non si conosce la dotazione finanziaria.
Fra le priorità del nuovo Commissario quella di individuare subito 20 interventi prioritari e immediatamente cantierabili, finalizzati alla sicurezza idraulica, e da completare entro al fine del suo mandato. In attesa che il Governo faccia le sue mosse, gli enti locali e le Regioni presentano il conto dei danni da siccità: in Piemonte servono 250 interventi sulla rete idropotabile per fronteggiare le criticità e 112 milioni di euro per opere strutturali urgenti da realizzare nel medio periodo. “È impressionante constatare come la bomba d’acqua sia già stata inghiottita dalla siccità, in particolare in Val Tagliamento” commenta il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, al termine del sopralluogo in elicottero sopra le zone più colpite del territorio montano dal nubifragio del 29 giugno, confermando la stima del danno tra “gli 8 e 10 milioni”. È stato lui a inviare formale richiesta a Palazzo Chigi di dichiarare lo Stato di emergenza nella regione del nord-est.