Il 25 marzo a Torino, in altre 80 città italiane e in centinaia di paesi nel mondo si terrà lo Sciopero Globale per il Clima, annunciato già a gennaio dai Fridays for Future. “Lo sciopero si inserisce in un momento particolarmente delicato per l’Europa, sconvolta da tre settimane di conflitto in Ucraina. Pensiamo però che sia ancora più importante scendere in piazza per il clima in un momento come questo, perché la guerra a cui stiamo assistendo e la crisi climatica hanno radici comuni e intrecciate” spiegano i manifestanti.
“Se la classe politica italiana negli scorsi decenni avesse ascoltato le richieste della scienza ora non saremmo dipendenti dal gas russo a questo livello e le famiglie italiane – già gravate dalle conseguenze di due anni di pandemia – non dovrebbero pagare delle bollette così salate” dicono ancora i Fff. “Siamo convinti che una politica per le rinnovabili sia una politica per la pace”.
Venerdì in piazza gli studenti non saranno soli. “Al nostro fianco ci saranno anche migliaia di lavoratori e lavoratrici, dal comparto dell’istruzione fino al settore metalmeccanico. Il nostro sciopero infatti non si esaurisce nella giornata di venerdì 25 marzo ma continuerà sabato 26 marzo, a Firenze – si legge nel comunicato stampa -. Insieme agli operai del collettivo di fabbrica GKN infatti abbiamo organizzato due giorni di mobilitazione per il clima e per il lavoro. Studenti e lavoratori da tutta Italia si raduneranno a Firenze per manifestare per una transizione ecologica equa, che non lasci indietro nessuno e che assicuri il rispetto dei livelli occupazionali e dei diritti dei lavoratori”.
Le conseguenze dei cambiamenti climatici ormai sono diventate evidenti anche a Torino e in Piemonte, uno dei principali poli del movimento Fridays for Future fin dall’inizio. “Le risorse idriche sono giunte allo stremo, e il Po ne è la dimostrazione. La sua portata di è ridotta della metà” dicono i rappresentanti di Fff, proprio nella Giornata mondiale dell’acqua, durante la quale in tanti parlano della siccità che ha colpito il Nord Italia. “Negli ultimi mesi, insieme al movimento Extinction Rebellion abbiamo spinto per ottenere dalla Regione Piemonte la convocazione di un Consiglio regionale aperto sui cambiamenti climatici, visto il grave ritardo che paga la nostra regione sul fronte del contrasto alla crisi climatica. Siamo riusciti ad ottenerlo dopo una settimana di sciopero della fame da parte di Ruggiero, attivista di XR” dicono i manifestanti, che poi attaccano le istituzioni.
“Anche a livello comunale tra le parole e i fatti c’è grande distanza – spiegano – il nostro corteo passerà infatti dal parco Artiglieri della Montagna, una delle poche aree verdi vergini rimaste nella nostra città che verrà cementificata per costruire l’ennesimo centro commerciale di Esselunga. Negli ultimi mesi tante realtà si sono mobilitate per difenderlo ma il comune non ha ancora preso una posizione netta sulla questione; fermare in ogni modo il consumo di suolo è l’azione più efficace che un’amministrazione comunale può attuare per contribuire alla lotta contro la crisi climatica”.