Diventa ‘più rosa‘ il mondo della sanità in Italia: secondo i dati di Fnopi, federazione delle professioni infermieristiche, il 76% degli infermieri è donna, così come tra i medici, secondo Fnomceo, lo è il 51%. Eppure permangono differenze che non sono solo territoriali e di stipendi, ma anche di settore. Così, per esempio, secondo un report di Unicusano, in Italia solo 1 azienda su 6 è a guida femminile. Alla vigilia dell’8 marzo, giornata internazionale della donna, permangono ancora troppe zone d’ombra.
Così se, come da dati Fnopi, sono per lo più le donne a essere infermiere (76,45% per essere precisi), permangono differenze, a cominciare dal livello contributivo. Secondo dati Almalaurea, citati da Fnopi, le infermiere donna, guadagnano in meno, rispetto ai colleghi maschi, il 12,8%. La differenza scende al -2,6% se invece si considerano solo i professionisti a tempo pieno.
Sul fronte geografico, una stima, dati a novembre 2021, dell’International Labour Organization, agenzia delle Nazioni Unite, indica che a livello mondiale, in generale, la forza lavoro al femminile è pari 42,7%, mentre gli uomini è del 57,3%. Per l’Italia la media è del 40,9% per le donne e del 59,1% per gli uomini. Per le infermiere al lavoro in Italia però, non in tutte le Regioni e in tutte le aree geografiche la percentuale è la stessa. Al Nord Ovest, infatti, le infermiere sono l’83,83% degli iscritti agli albi, al Nord Est l’83,28% (ma in Trentino-Alto Adige raggiungono la percentuale più alta d’Italia con l’86,39%), al Centro sono il 77,64%, al Sud il 67,37% e nelle Isole il 64,38%, ma con la Sardegna al 79,23% e la Sicilia con il dato più basso d’Italia al 59,05%. Tra il Trentino-Alto Adige e la Sicilia c’è una differenza del 27,34.
L’Italia non brilla in Europa per occupazione e imprenditoria femminile: solo 1 azienda su 6 a guida femminile. E per la pandemia l’occupazione scende del 2%. La nuova infografica di Unicusano analizza numeri e statistiche sulle donne impegnate in politica, nel mondo del lavoro e sull’uguaglianza di genere. In Italia, rispetto ad altri Paesi europei, il divario è ancora netto. Se da una parte si osserva una contrazione dell’occupazione femminile rispetto a quella maschile, dall’altra i manager donna sono in aumento, anche se l’accesso alle grandi imprese o alle istituzioni resta ancora un tabù. oggi, nelle autorità amministrative indipendenti, su 37 componenti in carica soltanto 11 sono donne, ovvero il 29,7%. Dalle statistiche citate dall’Unicusano emerge che in Italia è donna il 35,7% dei membri di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica contro il 44% di parlamentari donna della Spagna, il 41,5% della Svizzera, il 41,4% della Norvegia e il 40,7% del Belgio. Notevole, secondo quanto riportato da Unicusano, anche differenza per area territoriale, tra Nord e Sud del Paese: in tre Regioni del Meridione il tasso di occupazione rilevato è inferiore al 30% con Sicilia (29,3%), Calabria (29%) e Campania (28,7%) agli ultimi posti. Il Sud, inoltre, ha riscontrato forti penalizzazioni anche nella fascia di 25-44 anni con soltanto il 48,8% di tasso di occupazione complessivo rispetto al 79,8% dell’Europa.