Caso Saman: lo zio estradato dalla Francia è arrivato in carcere a Reggio Emilia

Danish Hasnain era stato arrestato a settembre: è indagato per l'omicidio della 18enne pakistana

Nel carcere di Reggio Emilia, Danish Hasnain, lo zio paterno di Saman Abbas, la 18enne di origini pachistane di cui non si hanno più notizie da mesi, è arrivato nel primo pomeriggio, dopo essere atterrato all’aeroporto di Bologna, a seguito della sua estradizione dalla Francia.

L’uomo, indagato insieme ad altri quattro familiari (compresi i genitori) per la sparizione della giovane che si era opposta a un matrimonio forzato, era stato individuato in un appartamento nella periferia di Parigi, lo scorso settembre e, dopo mesi di latitanza, era stato fermato. All’esito della definizione della procedura di estradizione, questa mattina, Hasnain è stato potato all’aeroporto Charles de Gaulle della capitale francese ed è stato preso in consegna dal personale del Servizio di Cooperazione internazionale della Polizia criminale, che negli ultimi mesi ha collaborato con i Carabinieri di Reggio Emilia nei rapporti con le autorità francesi.

Una volta arrivato a Bologna, lo zio della 18enne è stato prelevato dai militari del Nucleo investigativo per essere accompagnato nella Casa circondariale della città emiliana, dove è detenuto anche uno dei due cugini della ragazza, tra gli indagati per la sua sparizione. Ikram Ijaz, infatti, era stato fermato durante l’estate a Nimes, sempre in Francia, a bordo di un bus. Isabella Chiesi, sostituto procuratore di Reggio Emilia, al momento dell’arresto di Hasnain, a settembre, lo aveva descritto come “la mente di questo progetto criminoso”. Dopo la sparizione di Saman, le forze dell’ordine, supportate da strumentazioni di precisione e coadiuvate anche da unità cinofile e gruppi di volontari venuti da altri Paesi, avevano cercato la ragazza nelle serre vicine alla sua abitazione, a Novellara, nel reggiano.

La 18enne, infatti, viveva con la sua famiglia nella casa attaccata all’azienda agricola Le Valli, dove il padre lavorava da tempo. Per settimane, le forze dell’ordine avevano cercato incessantemente eventuali tracce della ragazza senza mai trovare nulla. Le ricerche, poi, sono state interrotte e il 29 dicembre scorso, la Procura di Reggio Emilia aveva affidato ai Ris di Parma l’analisi di un frammento osseo, presumibilmente un cranio umano, al fine di sapere se potesse essere riconducibile a quello della ragazza pachistana. Il frammento sarebbe stato individuato dai carabinieri nell’area del Lido Po di Boretto, nel reggiano, dopo che il fratello della 18enne aveva detto al Giudice per le indagini preliminari di aver sentito un parente, in una riunione di famiglia, che avrebbe parlato di “farla in piccoli pezzi”. Intanto, l’interrogatorio per Hasnain dovrebbe essere stato fissato per l’inizio della settimana prossima.