Napoli: bimbo muore annegato in mare a Torre del Greco, fermata la madre

Inutili i soccorsi dei passanti. La donna accusata di omicidio volontario

Credeva che il figlio avesse problemi mentali, anche senza aver avuto una vera e propria diagnosi a supporto della sua tesi. Questo il motivo, secondo gli inquirenti, per il quale una 40enne di Torre del Greco, nel napoletano, avrebbe ucciso il proprio bimbo di due anni annegandolo sul tratto di litorale in località la Scala. Un 2022 iniziato tragicamente, con una vicenda che ha scosso la comunità.

L’allarme era stato lanciato dal marito, intorno alle 21 di domenica 2 gennaio; l’uomo aveva segnalato alle forze dell’ordine l’allontanamento da casa della donna e del piccolo, dicendosi preoccupato per quanto avrebbe potuto accadere. Poco dopo, alle 22 circa, la madre è stata ritrovata in mare, sul litorale torrese, con il bimbo fra le braccia. A nulla sono serviti i tentativi di soccorso da parte di alcuni presenti, allertati probabilmente dalle urla della donna: per il piccolo non c’è stato nulla da fare. Gli operatori sanitari giunti sul posto non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. I carabinieri della Sezione operativa della Compagnia di Torre del Greco hanno quindi immediatamente avviato le indagini, coordinati dalla Procura di Torre Annunziata, per capire cosa fosse realmente accaduto e per stabilire le eventuali responsabilità.

Le autorità, in mattinata, hanno disposto il sequestro della salma e della porzione di spiaggia dove si è consumata la tragedia; la donna è stata condotta in caserma e sottoposta a interrogatorio, difesa da un avvocato d’ufficio, assieme ai testimoni della vicenda. Al termine il pm ha emesso il decreto di fermo: la donna è accusata di omicidio volontario. Sarebbe stata proprio lei a confessare di aver ucciso il bimbo. Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire con esattezza quanto accaduto e capire i motivi precisi alla base del gesto. Per la Procura, sulla scorta delle prime acquisizioni investigative, la 40enne avrebbe commesso il delitto perché convinta che il piccolo fosse affetto da problemi di ritardo mentale. Una circostanza però che, come sottolineato dalle autorità, non si baserebbe su alcuna conferma di carattere sanitario. Mentre le indagini proseguono, la donna è stata portata nel carcere femminile di Pozzuoli dove attenderà l’udienza di convalida.