Gkn, Tribunale blocca procedura licenziamenti: violati i diritti dei lavoratori

Gli operai e i sindacati vanno rispettati: l'azienda dovrà aprire un confronto con i 422 dipendenti

Gkn ha provato a scavalcare il sindacato, tenendolo all’oscuro della riorganizzazione aziendale in atto e dell’intenzione di lasciare a casa i 422 lavoratori dello stabilimento di Campi Bisenzio, nel Fiorentino. Non solo. Con una scusa legata ad esigenze di produzione, il 9 luglio scorso ha programmato la chiusura temporanea del sito produttivo e il giorno successivo ha recapitato a tutti i dipendenti una email che dava il via alla procedura dei licenziamenti collettivi.

Adesso a rimettere ordine nei rapporti tra Gkn e i lavoratori ci ha pensato il Tribunale del Lavoro di Firenze che, accogliendo il ricorso della Fiom Cgil, ha riconosciuto che la multinazionale controllata dal gruppo Melrose ha violato l’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori mettendo in atto comportamenti antisindacali. Dopo la decisione, l’azienda ha comunicato di aver dato “immediata esecuzione” a quanto stabilito dal giudice revocando la procedura dei licenziamenti collettivi “senza che ciò possa considerarsi acquiescenza”. Gkn “rimane convinta della correttezza del proprio operato e non si sottrarrà al confronto con le parti sociali, avendo comunque dato mandato ai propri legali di presentare impugnazione”.

Gli operai riuniti in presidio all’interno dello stabilimento a Campi Bisenzio hanno accolto al notizia con un boato e hanno festeggiato a lungo. Sabato scorso avevano sfilato per le vie di Firenze, chiedendo di poter tornare presto al lavoro. Alla manifestazione, partita dalla Fortezza da Basso, avevano partecipato almeno 20mila persone. Era da luglio, quando avevano saputo di aver perso il posto, che stavano lottando per veder riconsciuti i loro diritti, affiancati dalla Fiom, rappresentata dagli avvocati Andrea Stramaccia e Franco Focareta. I licenziamenti collettivi decisi dalla Gkn, per il Tribunale di Firenze, non solo non rientravano nel contratto collettivo nazionale, ma violavano anche uno specifico accordo del giugno 2020 tra le Rsu e l’azienda.

“La decisione di chiudere” il sito di Campi Bisenzio “è stata il risultato di una complessa analisi avviata” dal gruppo, si legge nel decreto firmato dal giudice del Lavoro Anita Maria Brigida Davia.

“La questione si era palesata nella sua evidenza da qualche mese”, “ciononostante nessuna informazione risulta essere stata fornita al sindacato circa il carattere allarmante dei dati relativi all’azienda in relazione alle direttive ricevute dalla direzione del gruppo ed alle possibili ricadute” sulle “dinamiche occupazionali”. Nulla era trapelato fino alla chiusura dello stabilimento, nonostante il sindacato avesse chiesto un momento di confronto dopo che l’8 giugno Gkn aveva spiegato che nel 2022 ci sarebbero stati possibili esuberi, che oscillavano tra le 15 e le 29 unità. Le rappresentanze dei lavoratori avevano proposto soluzioni per evitarli il 29 giugno, senza ottenere risposte. Così il 6 luglio “a fronte del silenzio” i sindacati erano tornati a sollecitare Gkn “chiedendo espressamente un momento di confronto”. Confronto che l’azienda ha accordato ma “omettendo ogni riferimento” al Consiglio di amministrazione che si sarebbe tenuto l’8 luglio “con all’ordine del giorno la decisione di chiudere lo stabilimento e licenziare tutto il personale”, per poi delocalizzare la produzioni di semiassi in Polonia e chidendo lo stabilimento che era stato della Fiat fino al 1994. Un comportamento nel quale, ad avviso del giudice, è configurabile “un’evidente violazione dei diritti” del sindacato, messo “davanti al fatto compiuto” e “privato della facoltà di intervenire sull’iter di formazione” della decisione.

“Abbiamo vinto insieme ai lavoratori perchè avevamo ragione, i licenziamenti alla Gkn sono illegittimi”, hanno sottolineato Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil Firenze e Prato. “Ora il presidente del Consiglio e il ministero dello Sviluppo Economico facciano la loro parte e intervengano in tema di delocalizzazioni e ad una soluzione che garantisca la ripresa produttiva e l’occupazione nello stabilimento per i lavoratori di Campi Bisenzio e di tutto l’indotto”.

La decisione del Tribunale del Lavoro di Firenze “è stata importante perché ha richiamato al rispetto del diritto, anche da parte delle multinazionali”, ha sottolineato l’avvocato Franco Focareta che con l’avvocato Andrea Stramaccia ha assistito la Fiom nel ricorso. “Il giudice ha imposto all’azienda di fare 3 passi indietro”, ha aggiunto il legale. Adesso Gkn, che ha confermato la volontà di chiudere lo stabilimento di Campi Bisenzio, annuncia che proseguirà “lo stato di liquidazione in atto, e che il confronto sindacale potrà avvenire nell’ambito delle procedure legali da questi invocate in giudizio sulle quali il Tribunale di Firenze si è pronunciato”. “In questa fase, eventuali altri tavoli, ancorché istituzionali, saranno affrontati tenendo conto dei vincoli normativi e delle statuizioni del Giudice del Lavoro”, conclude l’azienda.