Incendi, brucia la Sicilia: Musumeci chiede lo stato di mobilitazione

Il Capo della protezione Civile Curcio: "Presto altre squadre, ma la responsabilità attiva della lotta ai roghi è di competenza delle Regioni"

La Sicilia continua a bruciare, con il Catanese letteralmente in fiamme, tanto da costringere il presidente della Regione Nello Musumeci a chiedere lo stato di mobilitazione del servizio nazionale di Protezione Civile, con squadre in arrivo sull’isola da tutta Italia. La situazione è grave in tutto il Sud: dopo la Sardegna, che secondo il Wwf ha visto sparire 20mila ettari divorati dalle fiamme, ora è l’altra isola maggiore a pagare le conseguenze più terribili della stagione degli incendi.

Complici le alte temperature, i vigili del fuoco sono impegnati da ieri senza sosta nel Catanese. Fiamme in diverse aree della costa ionica e dell’entroterra, interessata anche la Piana di Catania, per fortuna al momento senza vittime: nelle ultime 24 ore sono stati 250 gli interventi in Sicilia, ma a bruciare è tutto il Sud. Oltre 800 gli interventi dei vigili del fuoco, di cui 130 in Puglia e Calabria, 90 nel Lazio e 70 in Campania.

La situazione peggiore a oggi è quella siciliana tanto che da Palazzo d’Orléans è arrivata la richiesta di stato di mobilitazione nazionale, accolta dalla Protezione civile. “Preso atto delle necessità della Regione, stiamo inviando squadre a terra con la collaborazione delle regioni, e il raddoppio dei turni dei vigili del fuoco”, ha detto il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio in conferenza stampa. Nelle prossime ore, dunque, squadre delle organizzazioni nazionali di volontariato e delle colonne mobili regionali raggiungeranno l’isola per supportare le attività di lotta agli incendi. Gli interventi saranno via terra perché – ha spiegato Curcio – quelli via aerea sono già al massimo possibile.

Se non è il tempo per le polemiche, come ha ribadito lo stesso capo della Protezione civile, è anche vero che la responsabilità della lotta attiva contro gli incendi “è di competenza delle Regioni” e non si tratta “solo di spegnimento, ma anche sorveglianza e avvistamento. Allo Stato spetta il coordinamento del concorso aereo, quando le Regioni non riescono con i propri mezzi a intervenire”, ha voluto precisare Curcio, bollando come “criminale” chi innesca i roghi volontariamente. A bruciare non è solo la Sicilia. Dal 15 giugno al 31 luglio, la Protezione civile ha avuto 558 richieste di concorso aereo: di queste il 33% è arrivato negli ultimi 7 giorni. “Di queste 558 richieste di concorso in intervento aereo, circa il 35% sono avvenute da parte della Regione Siciliana e il 20% dalla Calabria. In più, più del 33% sono avvenute nell’ultima settimana”, ha precisato ancora Curcio definendo “questa stagione certamente impegnativa ma che nell’ultima settimana particolarmente difficile per noi”.

Draghi firma il Dpcm

A seguito della richiesta avanzata dalla Regione Siciliana, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha firmato ieri sera il Dpcm con la dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale del sistema di protezione civile. E’ quanto si legge in una nota della Protezione civile.Il Dipartimento “è dunque al lavoro per coordinare l’invio di volontari, delle organizzazioni nazionali e delle colonne mobili regionali, che opereranno a supporto delle attività di spegnimento dei roghi. Questa mattina si è svolta una riunione di aggiornamento durante la quale è stata confermata la partenza per la Sicilia, nella giornata di oggi, di squadre provenienti da Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e dalle province autonome di Trento e Bolzano”.