Nel tragico bilancio mancano all'appello dieci migranti secondo l'incrocio delle testimonianze dei 46 superstiti. "Temiamo che almeno cinque dispersi siano bambini" conferma il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio

Verrà ricordata come la strage delle donne, annegate a poche miglia da Lampedusa, quando pensavano di avercela fatta vedendo arrivare le motovedette della guardia costiera italiana. Invece proprio mentre si sbracciavano, la carretta del mare sui cui erano stipate si è inclinata improvvisamente facendo cadere in mare parte dei migranti sulla barca. Per otto di loro non c’è stato nulla da fare. Otto donne dell’africa Subsahariana che non sapevano nuotare, stravolte da ore di viaggio, provate da mesi di torture nei campi di prigionia libici. Una di loro, di nazionalità senegalese, era in gravidanza, altre tenevano i figli piccoli in braccio. Sono annegate prima dell’arrivo delle motovedette. I marinai italiani hanno provato a salvarle tutte, ma per loro era troppo tardi.

Nel tragico bilancio mancano all’appello dieci migranti secondo l’incrocio delle testimonianze dei 46 superstiti. “Temiamo che almeno cinque dispersi siano bambini” conferma il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio che ha annunciato di aver aperto un fascicolo d’indagine per naufragio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Per ora è contro ignoti. “Quanto è successo fra Lampedusa e Lampione è semplice – spiega Patronaggio – Erano stipati come sardine in quella barca, almeno sessanta persone. Quando hanno visto i soccorsi si sono tutti spostati su un lato della barca e molti sono caduti in mare”.

Le donne che hanno perso la vita sono state portate al molo Favaloro di Lampedusa, una a fianco all’altra come ogni volta che i viaggi della speranza si trasformano in tragedia. Il medico legale ha fatto una prima ricognizione e solo domani la procura di Agrigento deciderà se effettuare l’autopsia sulle vittime. I 46 superstiti, 29 uomini e 17 donne sono stati identificati e sottoposti a tampone anti covid. Ora sono nell’hotspot di contrada Imbriacola a disposizione dei magistrati. Tutti tranne una seconda donna all’ottavo mese di gravidanza che è stata trasportata in elisoccorso a Palermo perché rischia di perdere il bambino. “Questa ennesima tragedia nel Mediterraneo è straziante, cos’altro deve accadere per far capire all’Italia e all’Europa che così non si può andare avanti – dice Totò Martello, sindaco di Lampedusa – Chiedo un incontro al presidente Draghi, non si può continuare con la logica dell’emergenza continua: bisogna affrontare l’intero fenomeno dei flussi migratori con un approccio differente, libero dalle speculazioni della contrapposizione politica ed incentrato sulla vera tutela dei diritti umani”.

Quella appena trascorsa è stata una notte di sbarchi. Oltre al barcone naufragato ci sono stati altri quattro arrivi con 256 migranti. Tre imbarcazioni sono state soccorse al largo, la quarta – con 6 tunisini a bordo – è invece riuscita ad arrivare, alle 7 circa, direttamente in porto. Anche ieri c’erano stati 4 sbarchi sull’isola con un totale di 136 persone.

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