Da oltre 10 anni era amico dei suoi genitori e si era offerto di farle fare uno stage, a Milano, nella sua azienda farmaceutica. Per una studentessa 21enne, iscritta all’università Bocconi, però, quel tirocinio si è trasformato in un incubo.
Convocata da Antonio Di Fazio per un colloquio, la giovane si è sentita male dopo aver bevuto un caffè. Ha chiesto dell’acqua, ma il titolare della Global Farma, azienda farmaceutica con sede a Milano, clientela consolidata – tra cui anche Regione Lombardia a cui forniva mascherine – le ha offerto invece del succo d’arancia. Qualche sorso e poi si è fatto tutto buio.
La ragazza si è svegliata ore dopo a casa sua, quando il fidanzato ha suonato insistentemente al citofono. Era intontita, spaesata e indossava ancora gli abiti della sera prima.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, del procuratore aggiunto Letizia Mannella e del pm Alessia Menegazzo, l’imprenditore avrebbe versato benzodiazepine nella tazzina e nel bicchiere offerti alla studentessa. Una dose talmente forte da mettere la 21enne in pericolo di vita. Mentre la ragazza era priva di conoscenza, poi, l’avrebbe spogliata, fotografata e avrebbe abusato di lei. Un modus operandi che l’uomo – che si presentava come un uomo di successo, con tanto di Porsche, Lamborghini, barche e vita a cinque stelle – avrebbe usato almeno con altre 4 donne, anche loro vittime di violenza. Ma il numero delle vittime dell’uomo – che a volte si presentava come il fotografo Antonello e altre volte diceva di essere un ufficiale delle Fiamme Gialle o dei servizi segreti, con tanto di tesserino del ministero dell’Interno e pistola falsi – potrebbero essere molte di più.
Dopo la denuncia, che la studentessa ha sporto il 28 marzo, quando i militari della compagnia di Porta Monforte hanno perquisito l’appartamento di Di Fazio, hanno trovato in una nicchia a scomparsa in cucina due confezioni di ‘Bromazepam’, un potente ansiolitico contenente anche benzodiazepine.
La stessa sostanza di cui sono state trovate tracce importanti nel sangue della giovane vittima, che dopo aver intuito quello che era accaduto è andata a farsi visitare al centro antiviolenza della clinica Mangiagalli e poi è andata dai carabinieri.
Tutti i movimenti della sera dell’aggressione sono stati ricostruiti dagli inquirenti grazie ai tabulati telefonici di Di Fazio e della sua vittima e alle registrazioni Gps dell’orologio della ragazza, oltre che alle immagini delle telecamere di sorveglianza vicine alla casa dell’uomo e a quella della giovane.
Una volta capito di essere stato scoperto, l’uomo ha cercato di addossare tutte le responsabilità sulla 21enne. Ha raccontato agli investigatori che era stata lei ad offrirsi di passare la notte con lui in cambio di un compenso da 500 euro. L’imprenditore aveva raccontato che la studentessa, d’accordo con i genitori, avrebbe cercato di estorcergli il denaro. Versione che i carabinieri fin da subito hanno ritenuto poco credibile. L’uomo è stato arrestato per violenza sessuale e lesioni aggravate.