Ergastolo per entrambi gli imputati e un mese di isolamento diurno. È la pena richiesta dalla pm Maria Sabina Calabretta nel processo per l‘omicidio del brigadiere Mario Cerciello Rega, nel quale sono imputati i due americani Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale Hjorth.
“Gravi sono i fatti e grave l’ingiustizia che è stata commessa ai danni di un carabiniere, un uomo buono” , detto il pubblico ministero durante la sua requisitoria. Un uomo “che stava lavorando” è stato ucciso “da due giovani che volevano passare la serata divertendosi e per questo avevano cercato della cocaina”. “Mio compito è dimostrare che Mario Cerciello Rega è morto per mano di due assassini – prosegue – e non deve succedere di ucciderlo un’altra volta”. “Non dimentichiamo che Cerciello non può più parlare di quello che è successo”, aggiunge.
“Giovane è la vittima, e giovane è la famiglia della vittima – dice la pm -. E per lui, strappato ai suoi cari per sempre, devono parlare tutte le cose che abbiamo ricostruito” . “Non distogliere l’attenzione dai fatti provati, di cui parliamo oggi – aggiunge -. Separiamo le verità dai dubbi” . “E oggi non ci concentriamo su quello che è accaduto dopo l’omicidio”, conclude.
Secondo l’accusa “la volontà omicidiaria di Elder era già presente” quando i due carabinieri si avvicinano ai due americani e dopo essersi qualificati cercano di identificarli. “Non fu legittima difesa, sottolinea la pm Maria Sabina Calabretta, e al contrario, quello di Elder, “è stato un attacco violento, micidiale, sproporzionato” . “Poco avrebbe potuto fare per difendersi” il brigadiere, aggiunge il magistrato, “anche se fosse stato armato, ma non lo era. La volontà di Elder era unicamente quella di uccidere e Cerciello è morto per le ferite che gli sono state inferte”. Inoltre su tutto quello che è successo quella notte “il contributo di Natale Hjorth è importante”: perché è lui che organizza l’estorsione, che intima a Brugiatelli di presentarsi all’appuntamento solo, e vede il coltello con lama di 18 centimetri che Elder porta all’appuntamento dato a Brugiatelli e al quale si presentano invece i due carabinieri Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale.
“I carabinieri si sono avvicinati frontalmente, non alle spalle degli imputati. Si sono qualificati, hanno mostrato il tesserino ed erano in servizio”, ha continuato la pm. Quella di Elder e Hjorth “non fu legittima difesa”. “Entrambi sono andati all’incontro preparandosi, erano pronti a tutto, anche allo scontro fisico, per raggiungere l’obiettivo che si erano prefissati”, aggiunge.
“Tutti i reati che abbiamo contestato sono gravi, certo il più grave è l’omicidio – prosegue -. Ma è grave anche l’estorsione perché i due non volevano solo recuperare il denaro, ma ci volevano anche guadagnare un grammo di coca”. “La giovane età degli imputati e il fatto che siano incensurati, non tolgono gravità ai fatti”, conclude chiedendo l’ergastolo per entrambi gli americani.
“Tutti ci dicono che Mario Cerciello e Andrea Varriale quando incontrano Sergio Brugiatelli si comportano in modo professionale e non confidenziale. Possiamo escludere una conoscenza pregressa con lui o con Italo Pompei. Non ci sono interlocuzioni. Diciamolo chiaramente: non si conoscevano”. Così la pm Maria Sabina Calabretta, durante la requisitoria, nel processo per l’omicidio del brigadiere Mario Cerciello Rega, nel quale sono imputati i due americani Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale Hjorth. In aula è presente anche il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia.