Cinque anni fa, al Cairo si perdevano per sempre le tracce di Giulio Regeni, il giovane ricercatore dell’Università di Cambridge ritrovato poi senza vita il 3 febbraio, ai bordi di una superstrada tra Il Cairo e Alessandria. Tra depistaggi, silenzi, scontri diplomatici la verità sulla morte del 28enne originario di Fiumicello, in Fiuli Venezia Giulia, fatica ad emergere. Solo pochi giorni fa, la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio, per quattro appartenenti ai servizi di sicurezza egiziani che ritiene coinvolti nella scomparsa di Regeni, accusati a vario titolo di lesioni personali aggravate (essendo stato introdotto il reato di tortura solo nel luglio 2017) nonché il delitto di concorso in omicidio aggravato.
Nelle prime settimane dopo il ritrovamento del corpo, si susseguirono diverse piste risultate poi false: prima si parlò di un incidente stradale, poi di una rapina finita male, successivamente si insinuò che il giovane fosse stato ucciso perché ritenuto una spia, poi che fosse finito in un giro di spaccio di droga, di festini gay, di malaffare che l’aveva portato a farsi dei nemici. A un mese dalla morte di Giulio alcuni testimoniarono di averlo visto litigare con un vicino che gli aveva giurato morte.
Il 24 marzo del 2016 arrivò l’ennesima ricostruzione non credibile e questa volta c’erano di mezzo cinque morti: criminali comuni uccisi in una sparatoria con ufficiali della National Security egiziana, alla periferia del Cairo. I documenti di Giulio furono trovati quello stesso giorno in casa della sorella del capo della presunta banda e si disse che i cinque erano legati alla morte del giovane.
“Il 25 gennaio, 5 anni fa, Giulio Regeni veniva sequestrato e poi brutalmente torturato e ucciso dalle forze di sicurezza egiziane. Un sentito grazie alla magistratura italiana per l’importante lavoro svolto. Non ci stancheremo mai di chiedere giustizia”. Così su Twitter David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, nell’anniversario della scomparsa di Giulio Regeni al Cairo, in Egitto. Oggi proprio in occasione dell’anniversario la vicenda di Giulio Regeni sarà discussa anche al Consiglio Esteri Ue, dove interverrà anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.