Torino, 16 nov. (LaPresse) – "Siamo stanchi di questi DPCM scritti in accordo con associazioni che non rappresentano le nostre categorie". Così Giancarlo Nardozzi presidente del GOIA che ieri ha partecipato alla manifestazione svoltasi in piazza Castello a Torino", cogliendo il grido di oltre tremila partite IVA.
"Conte deve dirci perché continua a confrontarsi con sigle sindacali che da anni non rappresentano più il piccolo commercio". La manifestazione, cui ha partecipato il GOIA, a nome del piccolo commercio fisso e ambulante, è stata organizzata secondo i criteri previsti dalle norme anti contagio per sostenere tre richieste in particolare: – un biennio bianco fiscale per le aziende che stanno affrontando la pandemia anche da un punto di vista economico, – una riforma fiscale che riduca la sperequazione con i grandi gruppi multinazionali: un regime semplificato – "tassa unica" – e accessibile a tutte le PMI e la webtax per le grandi piattaforme del commercio elettronico, – protocolli chiari e tempi certi per le riaperture.
"La rabbia dei piccoli esercenti è chiara: loro non possono aprire poi vanno al centro commerciale e trovano tutto in vendita, anche quello che ora sarebbe vietato, tanto la legge non prevede nemmeno la sospensione di queste attività che vendono anche beni definiti di "prima necessità" e la sanzione ha un peso ridicolo per una grande azienda, per un piccolo invece è una mazzata", dichiara Gregory Massa consulente tecnico del GOIA "riguardo i mercati e il piccolo commercio il comune di Torino e la regione avevano inviato una richiesta di chiarimento sull'allegato 23 del DPCM, ovvero sulle categorie che avrebbero potuto rimanere aperte, ma non ci risulta siano giunte risposte da Palazzo Chigi, evidentemente il lavoro di oltre un milione di perso- ne, tante sono quelle impiegate nel piccolo commercio, a Roma non interessa".
"E' arrivata però una circolare contraddittoria dal ministero degli interni- conclude Massa -che per le zone rosse definisce i mercati all'aria aperta, svolti secondo i protocolli vigenti, soggetti" a limitazioni maggiori dei centri commerciali, ma sostiene l'opposto per le zone gialle e arancioni. Credo che l'attenzione finora riservata dalla Presidenza del Consiglio verso il piccolo commercio si commenti da sola".