Milano, gip: “Genovese resta in cella, l’imprenditore potrebbe stuprare di nuovo”

Il fondatore di Facile.it è accusato di violenza sessuale e sequestro di persona ai danni di una 18enne

Resta in carcere Alberto Maria Genovese, 43 anni, fondatore di Facile.it, società che offre un servizio di broker assicurativo on line – da cui è uscito nel 2014 per 100milioni di euro – e di Prima Assicurazioni. L'imprenditore deve rispondere delle accuse di violenza sessuale e sequestro di persona ai danni di una 18enne che il 10 ottobre aveva invitato nel suo attico con vista Duomo "Terrazza Sentimento".

Dopo un festino a base di alcol e droga, Genovese, difeso dall'avvocato Davide Luigi Ferrari, avrebbe stuprato la ragazza che la sera dopo si è recata subito a sporgere denuncia: è arrivata in commissariato “in lacrime, trasandata e calzando una sola scarpa” ed ha raccontato di essere stata “immobilizzata con delle manette “ da Genovese che aveva abusato di lei per poi liberarla solo ore dopo.

Per il gip Tommaso Perna, che ha convalidato il fermo, Genovese, accusato anche di lesioni e spaccio, deve restare nel carcere di San Vittore, dove si trova da venerdì notte, perché se fosse libero potrebbe commettere altri abusi su altre ragazze, cercare di inquinare le prove – come aveva già tentato di fare cancellando i nastri delle telecamere a circuito chiuso del suo appartamento, prima che la polizia intervenisse – o tentare la fuga. Quando è stato fermato, infatti, stava per raggiungere il Sudafrica con un jet privato.

Genovese ha "manifestato una spinta antisociale elevatissima ed un assoluto disprezzo per il valore della vita umana, soprattutto di quella delle donne", ha scritto il gip Tommaso Perna nel provvedimento con cui ha convalidato il fermo dell'imprenditore e disposto per lui la custodia cautelare in carcere. E ha considerato la sua vittima “come una bambola di pezza”, abusando di lei per ore. Non reggono, poi, per il giudice, i tentativi dell'imprenditore di giustificarsi, dicendo che quando è sotto l'effetto di droghe perde il controllo.

“Nonostante Genovese abbia fatto uso di sostanza stupefacente – si legge nell'ordinanza – è rimasto sempre lucidissimo, disponendo del corpo” della 18enne “come meglio credeva, somministrandole nuova sostanza stupefacente tutte le volte che comprendeva che si stava destando”. E quanto la ragazza “ha iniziato a rifiutarsi di subire passivamente gli atti sessuali, egli non ha esitato a legarla a letto e ad ammanettarla ai polsi ed alle caviglie”.

Che Genovese organizzasse festini a casa sua “era piuttosto noto nell'ambiente”, scrive il gip, sottolineando che tutti i suoi amici sapevano che durante quelle serate “la sostanza stupefacente veniva offerta agli invitati e dove lui abusava sessualmente di ragazze”. E a Ibiza nel mese di luglio era capitato un altro episodio simile a quello di ottobre. Protagonista una ragazza, che ha raccontato tutto alla polizia, anche se dopo lo stupro aveva preferito non denunciare per timore di ripercussioni da parte di Genovese. Per il gip, dunque, “la personalità" dell'imprenditore "è altamente pericolosa, giacché del tutto incapace di controllare i propri impulsi violenti e la propria aggressività sessuale. E’, pertanto, elevato il pericolo che tale propensione a delinquere possa trovare ulteriore sfogo in altri fatti illeciti dello stesso tipo o di maggiore gravità di quelli contestati”.