Milano, 5 nov. (LaPresse) – "Non è che adesso facciamo la festa della liberazione. Non possiamo ragionare così. Sapete che il giallo dura poco al semaforo e, dopo il giallo, c'è il rosso. Non è un gioco a premi. Non c'è l'obbligo di dire di essere i primi della classe a discapito degli altri. Può accadere di tutto. Non ci deve essere entusiasmo oltremisura. C'è una componente che riguarda gli ospedali e ci pensiamo noi, per cui ringrazio ancora i medici e gli operatori sanitari. Ma c'è una componente della classificazione semplicemente in capo a noi concittadini, rappresentata dai contagi e cioè dall'Rt". Lo ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in conferenza stampa commentando la collocazione in area gialla, secondo i 21 parametri. "Il rosso vuol dire restrizioni e cose che non funzionano. Questo è un richiamo ai pochi irriducibili che pensano sia un'invenzione. Partiamo da un buon punto ma non guadagniamoci l'area rossa", ha aggiunto. "Crescono i ricoveri. Il virus c'è, questo è poco ma è sicuro. La situazione è di allerta, critica, non sappiamo che evoluzione avrà. Abbiamo una proiezione di pensare di immaginare che l'algoritmo ci dice che alla volta di metà novembre dovremmo raggiungere l'apice", ha sottolineato Zaia.
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