Cinghiali uccisi a Roma, Enpa fa un esposto in procura: richiesta autopsia

Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa: "Quello che è successo venerdì notte scorso è di una gravità assoluta"

L’Ente Nazionale Protezione Animali ha chiesto, attraverso un esposto alla Procura di Roma, che venga disposto il sequestro del corpo della mamma cinghiale e dei suoi cuccioli uccisi venerdì scorso, l’esame autoptico e che venga acquisita la documentazione amministrativa relativa alla gestione della fauna selvatica, in particolare degli ungulati, presente presso la Regione Lazio e sul territorio di Roma Capitale. Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa: “Quello che è successo venerdì notte scorso è di una gravità assoluta e riassume la disorganizzazione e la mancanza di pianificazione e prevenzione nella gestione della fauna selvatica sia della Regione Lazio che di Roma Capitale. Le Associazioni, Enpa in primis, avevano da tempo presentato soluzioni alternative efficaci e non cruente che non sono state minimamente prese in considerazione. E’ arrivato il momento per le istituzioni di ripensare in toto l’approccio alla fauna selvatica degli ultimi anni e di cominciare ad ascoltare le associazioni animaliste ed ambientaliste e i tanti cittadini che oggi protestano per trovare soluzioni concrete e sostenibili”.

Nell’esposto, depositato oggi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma dall’avvocato Enpa Claudia Ricci, abbiamo evidenziato tutte le criticità relative alla gestione della fauna selvatica. Nonostante il fenomeno sia ben noto da anni, e segnalato più volte da associazioni, comitati e cittadini, “non sembrerebbe esservi stato alcun monitoraggio – necessario per comprendere gli spostamenti degli animali – né alcuna forma di dissuasione o di prevenzione, atta ad impedire che i cinghiali potessero entrare in città”. 

Inoltre, per quel che riguarda “le strade a maggior rischio, ovvero quelle di confine con le are verdi prive di recinzione, non si è applicata alcuna misura, nonostante si potessero applicare non solo dissuasori e reti, ma anche autovelox e opportuna segnaletica di attraversamento fauna”. Tantomeno “si è intervenuti nella corretta gestione dei rifiuti, causa prima dell’avvicinamento degli animali selvatici, come i cinghiali, all’interno delle città. Infine, purtroppo, “poco si è fatto anche sulla comunicazione dei corretti comportamenti dei cittadini in presenza degli ungulati, il che potrebbe aver dato vita a pratiche come il foraggiamento, che hanno incentivato – seppur in maniera molto marginale – la presenza degli animali”.