Milano, 13 ott. (LaPresse) – Nell'ambito dell'operazione 'Resilienza' che ha portato a 20 fermi contro la famiglia Borgo Vecchio di Palermo, le indagini hanno delineato "un significativo quadro di rapporti fra le tifoserie calcistiche palermitane e cosa nostra. In merito, non è emerso alcun coinvolgimento della società che gestisce la squadra di calcio del Palermo". Lo si legge nella nota dei carabinieri.
"Anche se dal punto di vista strettamente territoriale, lo stadio 'Renzo Barbera' ricade nel territorio di confine fra i mandamenti mafiosi cittadini di Resuttana e San Lorenzo-Tommaso Natale, i vertici della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio – si trova ancora scritto – hanno mostrato un pressante interesse affinché i contrasti fra gruppi ultras organizzati del Palermo fossero regolati secondo le loro direttive, evitando spiacevoli scontri fra ultras all'interno della struttura sportiva, ritenuti da un lato dannosi per lo svolgimento delle competizioni e dall'altro fonte di possibili difficoltà per uno storico capo ultrà rosanero, elemento di contatto fra Cosa nostra e il variegato mondo del tifo organizzato cittadino".