La portavoce no Tav è in carcere dopo una condanna definitiva a due anni di reclusione per una manifestazione del 2012. Per lei il tribunale ha rifiutato le misure alternative
Amnesty International condanna l'arresto di Dana Lauriola, attivista e portavoce No Tav finita in carcere dopo una condanna definitiva a due anni di reclusione per una manifestazione del 2012 al casello di Avigliana. “Esprimere il proprio dissenso pacificamente non può essere punito con il carcere. L’arresto di Dana è emblematico del clima di criminalizzazione del diritto alla libertà d’espressione e di manifestazione non violenta, garantiti dalla Costituzione e da diversi meccanismi internazionali“, ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “È urgente che le autorità riconsiderino la richiesta di misure alternative alla detenzione e liberino immediatamente Dana Lauriola, arrestata ingiustamente per aver esercitato il suo diritto alla libera espressione e a manifestare pacificamente“, ha concluso Noury. Per Dana Lauriola sono state rifiutate dal tribunale le misure alternative.
Le motivazioni
"L’assurdità dell’arresto si legge anche tra le righe delle motivazioni del Tribunale che spiegano il rifiuto delle misure alternative – si legge in una nota di Amnesty – Da un lato il Tribunale infatti riconosce che Dana Lauriola svolgeva la sua attività lavorativa, era 'normoinserita' e non rappresentava alcuna pericolosità sociale. Dall’altro invece sostiene la necessità dell’arresto per il mancato 'pentimento' in riferimento al suo attivismo e menziona la sua scelta di risiedere a Bussoleno, luogo che la esporrebbe, secondo il documento legale, al 'concreto rischio di frequentazione dei soggetti coinvolti in tale ideologia (No Tav)' e dove 'potrebbe proseguire la propria attività di proselitismo e di militanza ideologica'".
Camilla Cupelli