Nuovo Ponte Genova, ‘le mani” al lavoro per costruirlo raccontate dalle note di Beethoven e da un libro fotografico

Una serata-evento con l'orchestra diretta dal maestro Antonio Pappano e un volume per illustrare l'attività delle oltre 1000 persone che hanno dato vita al nuovo viadotto sul Polcevera

Anche la musica può raccontare come è stato costruito il Nuovo Ponte di Genova. E le immagini di un libro possono trasmettere l'emozione e l'impegno del lavoro, 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, di oltre mille persone da cui è nata un'opera infrastrutturale così imponente.

Nel cantiere del nuovo Ponte di Genova lunedì 27 luglio c'erano gli orchestrali a suonare al posto delle mani delle maestranze e di coloro che hanno lavorato per realizzare a tempi record il viadotto sul Polcevera appena completato. Un' orchestra che suona come tante squadre di tecnici e operai all'unisono, impegnati in un'opera corale. La serata-tributo 'Il Nuovo Ponte di Genova: Costruire il Futuro', è stata promossa da Webuild in collaborazione con Fincantieri, ed organizzata da Webuild.

Il racconto dell' attività per realizzare il ponte è avvenuto in modo evocativo attraverso la quinta sinfonia di Beethoven nel concerto in cui il Maestro Antonio Pappano ha diretto l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Ma la narrazione della grande impresa prosegue con il libro 'Il nuovo ponte di Genova. Cronaca di una rinascita", un volume con le immagini e con le voci dei protagonisti. Una galleria ideale che mostra i volti di chi ha dato vita al nuovo viadotto sul Polcevera, ingegneri tecnici e operai specializzati. Un libro che fa sentire la loro voce e la loro storia grazie ai contenuti in realtà aumentata. Nel ricordo delle vittime del crollo del Ponte Morandi, il concerto ha voluto rappresentare un omaggio alle persone del cantiere e a tutta la filiera di 330 piccole e medie imprese italiane che in 12 mesi di lavori no stop sono riusciti a ricreare un collegamento viario, simbolo di rilancio dell'Italia.

Tanta commozione nel celebrare il contributo forte e appassionato di tutti i protagonisti del cantiere, espresso dallo slogan "Io c'ero".Dal palco l'A.d. di Webuild Pietro Salini ne ha spiegato il valore. "La maggioranza della gente ha costruito questo ponte con le mani.Stasera diciamo grazie a chi ha messo un gigantesco cuore in quest'opera. Averla ricostruita a tempi record significa dare un messaggio di fiducia e far capire la capacità italiana di saper progettare e fare le cose bene, plasmando il futuro con il lavoro. Questo ci fa dire 'ce l'abbiamo fatta'".

"Un grazie per il lavoro fatto nel silenzio e con dedizione senza chiedere nulla, il segnale che l' Italia può crescere e ripartire", è arrivato anche da Alberto Maestrini, Direttore generale Fincantieri e Presidente di Pergenova.A unirsi al coro dei ringraziamenti ai lavoratori del cantiere, c'è stato il Sindaco di Genova e Commissario straordinario per il Ponte Marco Bucci:"Siete l'Italia del fare, che fa le cose. Lo direte ai vostri figli 'io là c'ero e ho fatto il ponte'".

Una infrastruttura diventata un modello per realizzare grandi opere. Ma per il Governatore della Liguria Giovanni Toti il nuovo Ponte "non è solo questo: è lo spirito di Genova, la capacità di tante persone di lavorare insieme e di credere all'obiettivo".L'Architetto Renzo Piano, che ha messo a disposizione la sua idea per il progetto, ha definito quello che ha disegnato "un ponte che sono sono state le persone a costruire. Una nave, un bianco vascello, sobrio, semplice, forte".Un ponte che rappresenta un orgoglio per chi ci ha lavorato, per le tante maestranze presenti alla serata.E proprio per sottolineare la loro dedizione è stata presentata una targa con inciso il nome degli oltre 1.000 uomini e donne che hanno lavorato, anche durante il lockdown, rispettando i tempi e con la massima attenzione alla sicurezza sul lavoro.