Istat, nuovo calo della popolazione: 116 mila in meno in un anno

60 milioni e 317mila i residenti. Sono più le morti che le nascite e il divario aumenta

Continua a diminuire la popolazione italiana: al 1° gennaio 2020 i residenti ammontano a 60 milioni e 317mila, 116mila in meno su base annua. Lo rileva l'Istat. Aumenta il divario tra nascite e decessi in Italia: per 100 persone decedute arrivano soltanto 67 bambini, dieci anni fa erano 96. Nel 2019 circa 120mila cittadini italiani sono emigrati all'estero, 3mila in più rispetto al 2018. I flussi migratori netti con l’estero sono positivi ma in rallentamento: il saldo è di +143mila, 32mila in meno rispetto al 2018, frutto di 307mila iscrizioni e 164mila cancellazioni.

Nel Mezzogiorno il bilancio demografico complessivo presenta per l’ennesima volta (dal 2014) segno negativo (-129mila residenti, pari al -6,3 per mille abitanti). Lo rileva l'Istat. Nel corso del 2019 circa 418mila individui hanno lasciato un Comune del Mezzogiorno quale luogo di residenza per trasferirsi in un altro Comune italiano (eventualmente anche dello stesso Mezzogiorno, ma in ogni caso diverso da quello di origine).

Nonostante l’ennesimo record negativo di nascite, la fecondità nel 2019 rimane costante al livello espresso nel 2018, ossia 1,29 figli per donna. Nell’ultimo biennio, in particolare, tra le donne residenti in età feconda (convenzionalmente di 15-49 anni) si stima una riduzione di circa 180mila unità. I tassi specifici di fecondità per età della madre continuano a mostrare un sostanziale declino nelle età giovanili (fino a circa 30 anni) e un progressivo rialzo in quelle più anziane (dopo i 30). L’età media al parto ha toccato i 32,1 anni, anche perché nel frattempo la fecondità espressa dalle donne 35-39enni ha superato quella delle 25-29enni. Fanno più figli le donne ultraquarantenni di quanti ne facciano le giovani sotto i 20 anni di età, mentre il divario con le 20-24enni è stato quasi del tutto assorbito.