L'escursionista francese di 27 anni era scomparso lo scorso 9 agosto. L'autopsia chiarirà se il giovane ha anche battuto la testa.
È morto poco dopo la richiesta d'aiuto al 112, Simon Gautier, l'escursionista francese di 27 anni scomparso lo scorso 9 agosto e il cui corpo è stato trovato domenica sera senza vita in un dirupo nel Cilento. Ne sono convinti i carabinieri di Salerno, che in questi giorni hanno partecipato alle ricerche insieme alle squadre di soccorritori. Per i militari il decesso si classifica come "morte naturale per cause accidentali". Il magistrato di turno, come da prassi, ha aperto un fascicolo.
Secondo la prima ricostruzione, il ragazzo si sarebbe incamminato lungo un sentiero dal terreno molto franoso al termine del quale ci sono delle rocce; sarebbe salito sulla roccia tentando di raggiungere qualche traccia e da lì sarebbe scivolato. Precipitato una prima volta e, cosciente, ha telefonato al 112; subito dopo si sarebbe verificata una seconda caduta, questa volta mortale: la frattura di una gamba avrebbe rescisso un'arteria, causando il decesso. Tra una caduta e l'altra, spiegano i carabinieri, i soccorritori hanno provato a contattarlo diverse volte, a partire da 15 minuti dopo la prima e unica telefonata di Gautier. L'autopsia, che non è ancora stata fissata, chiarirà se il giovane ha anche battuto la testa.
"Non siamo in grado di dire – denuncia a LaPresse il presidente nazionale del 118, Mario Balzanelli – quali siano stati i traumi, può darsi di per sé mortali nel breve termine, subiti dal giovane caduto nella scarpata. Ma sicuramente se l'Italia avesse applicato la direttiva Ue recepita nel 2009, Simon Gautier sarebbe stato soccorso in tempi rapidissimi e, soprattutto, immediatamente golocalizzato. Se avesse chiamato in Francia, probabilmente, si sarebbe salvato".