Applausi per Mattarella, presenti anche Conte, Salvini e Di Maio
Alle 11.36 Genova si è fermata. Un minuto di silenzio, scandito dalle campane della città e dalle sirene delle imbarcazioni in porto, per ricordare le 43 vittime del crollo del Ponte Morandi a un anno dalla tragedia.
La giornata di commemorazione, sotto la nuova pila 9 del viadotto, è cominciata con la lettura dei nomi delle 43 vittime. In prima fila, alla messa che è stata celebrata dall'arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, tanti i politici: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte, i vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Presente anche una delegazione di Autostrade per l'Italia, che ha lasciato la cerimonia dopo la richiesta delle famiglie delle vittime al presidente Conte.
Bagnasco. "Abbiamo inciso nei cuori quei giorni di apocalisse che ci ha lasciato senza respiro, ci ha fatto sentire svuotati come se tutto fosse precipitato nel buio. Come in quei momenti di lutto la città rinnova oggi l'abbraccio ai famigliari delle vittime. Nessuno può colmare il vuoto, ma vogliano stringerci a loro perché non si sentano troppo soli".
Bucci. "Per i parenti delle vittime – ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci – potevamo fare qualcosa in più. La nostra porta è sempre aperta. Continuiamo a lavorare insieme, il nostro compito è starvi vicino. Siamo qui a commemorare le 43 vittime, i '43 angeli' come li ha definiti il cardinale Bagnasco. Come sindaco e responsabile dell'amministrazione comunale vorrei ricordare anche alcuni membri delle nostre partecipate che hanno perso la vita in quel giorno: sono il loro fratello maggiore e mi sento molto vicino ai parenti. Noi oggi ricordiamo quell'incidente, una disgrazia, una tragedia, ma nello stesso tempo non dimentichiamo le vittime, chi ha perso la casa, gli affetti, il lavoro e quanti ancora oggi subiscono gli effetti economici. Ricordiamo lavorando duro come abbiamo fatto in questo anno, non ci siamo fermati e risparmiati".
Toti. "La pila che vediamo crescere è il simbolo di quello che si può fare quando si lavora tutti insieme, il simbolo che il sogno di una comunità può diventare realtà", ha dichiarato il presidente della Regione Giovanni Toti. "Il dolore – ha aggiunto – si può lenire soltanto con la verità in tribunale. La strage di Genova non può rimanere uno dei tanti avvenimenti italiani senza verità".
Conte. "Rivolgo un commosso pensiero a tutti i genovesi e in particolare ai familiari delle 43 vittime oggi riuniti qui per questa dolorosa commemorazione. La presenza delle istituzioni testimonia la vicinanza di una nazione intera. Non abbiamo dimenticato". Così il premier, Giuseppe Conte, nel suo intervento alla commemorazione del crollo del Ponte Morandi a Genova. Il presidente ha ricordato: "Indossavo la cravatta in ricordo del ponte anche a Losanna, dove alcune settimane fa ci sono state assegnate le Olimpiadi. Volevo testimoniare davanti al mondo la forza d'animo e la volontà di rinascita di un Paese che non si dà per vinto". "Un anno fa – ha aggiunto Conte – ero qui attonito, e lanciai un monito: non lasceremo sola Genova. Quel monito è diventato impegno e si è concretizzato in un percorso che giorno dopo giorno ha spinto Genova sulla via della rinascita. Oggi il simbolo della tragedia non esiste più, al suo posto nascerà un ponte più sicuro. Il cantiere è attivo 7 giorni su 7 e secondo le previsioni il ponte, il cui progetto è stato donato alla città da Renzo Piano, sarà percorribile ad aprile 2020". E ha aggiunto: "Per le vittime non cesseremo mai di invocare giustizia. Oggi il nuovo ponte rappresenta la vita che sempre deve rinnovarsi e riprendere a fluire. Il compito della politica è fornire risposte per realizzare il bene dei cittadini. Compito della politica è anche un'opera di prevenzione, per fare in modo che tali tragedie non accadano e dare ai nostri figli un Paese più sicuro. Genova, precipitata nell'ora più buia, ha riacceso la luce e ridato speranza a un Paese intero".
I familiari delle vittime. "Un anno fa sotto quel ponte abbiamo perso un pezzo del nostro cuore, con la morte assurda di 43 persone. Non possiamo pensare di non abbracciarli più, ma per la loro memoria dobbiamo avere a cuore la ricerca della verità. La loro è stata una condanna a morte senza possibilità di appello. Non possiamo restare inermi, chiediamo ai nostri rappresentanti un segnale concreto". Lo ha detto Egle Possetti, rappresentante dei familiari delle vittime, nel suo intervento alla commemorazione delle 43 vittime del Ponte Morandi a Genova, crollato un anno fa. La donna perse nel crollo la sorella Claudia, che morì insieme con il marito e i due figli.
"Chiediamo con forza – ha aggiunto la donna – la modifica di norme di legge affinché i processi siano brevi, e perché reati di tale gravità non possano essere prescritti. Vogliamo giustizia".
Autostrade. "Ad un anno dalla tragedia del Ponte Morandi, il Consiglio di amministrazione di Autostrade per l'Italia, quello di Atlantia e i lavoratori di tutto il gruppo rinnovano il cordoglio e la compassione più sincera per le vittime del crollo e per il dolore dei loro familiari". Lo scrive Autostrade per l'Italia in una lettera aperta pubblicata da diversi quotidiani. "Siamo consapevoli e profondamente rammaricati per la gravità delle sofferenze e dei disagi causati all'intera comunità genovese", si legge nella lettera, "e abbiamo sentito e sentiamo come nostro dovere quello di dare il massimo contributo per riportare la normalità nella vita quotidiana della città. Le donne e gli uomini del nostro gruppo hanno e avranno Genova nel cuore. Per sempre", conclude la lettera.