Carabiniere ucciso, i due militari identificarono il derubato 2 ore prima di omicidio

E' quanto emerge dall'ordinanza con cui è stato confermato l'arresto dei due americani: "In loro totale assenza di autocontrollo"

Le condotte dei due americani arrestati per la morte del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega "testimoniano la totale assenza di autocontrollo e capacità critica evidenziandone la pericolosità sociale". È quanto si legge nell'ordinanza con cui è stato convalidato il fermo e disposto il carcere per i due cittadini americani Christian Gabriel Natale Hjort e Finnegan Lee Elder, accusati di concorso in omicidio per aver ucciso con 11 coltellate il militare. Concreto per la gip Chiara Gallo il pericolo fuga e di reiterazione del reato, alla luce "delle modalità e circostanze del fatto e in particolare della disponibilità di armi di elevata potenzialità offensiva". 

Ma l'ordinanza  consente di chiarire un altro punto: subito dopo il furto del borsello Sergio Brugiatelli fu identificato da Mario Cerciello Rega e Andrea Varriale che erano stati chiamati in supporto a quattro carabinieri intervenuti nei pressi di Piazza Mastai, liberi dal servizio, dopo il fallito scambio tra il pusher e i due americani. I due americani erano fuggiti. È quanto emerge dalla ricostruzione dei fatti presente nell'ordinanza firmata dal gip Chiara Gallo. Brugiatelli spiegò che gli era stata rubata la borsa e gli venne detto di sporgere denuncia all'indomani. Qualche minuto dopo, Brugiatelli chiamò il suo numero di cellulare e parlò con i ladri che gli chiesero denaro e droga per dare indietro il maltolto. Il derubato chiamò il 112 e Cerciello e Varriale vennero rimandati sul posto per intervenire.