Sea Watch, Carola querela Salvini e dice: “Rifarei tutto”. Il ministro: “Non la temo”

L'annuncio del legale di Rackete: "È il modo per dare un segnale. Quando le persone vengono toccate nel portafoglio capiscono che non possono insultare gratuitamente". E a Der Spiegel Carola dice: " Il suo modo di esprimersi irrispettoso e non appropriato"

"Abbiamo già preparato la querela nei confronti del ministro Salvini. Non è facile raccogliere tutti gli insulti che Salvini ha fatto in queste settimane e anche le forme di istigazioni a delinquere, cosa che è ancora più grave se fatta da un ministro dell'interno. Nel circuito di questi leoni da tastiera abituati all'insulto, è lui che muove le acque dell'odio. Una querela per diffamazione è il modo per dare un segnale. Quando le persone vengono toccate nel portafoglio capiscono che non possono insultare gratuitamente". Ll'avvocato Alessandro Gamberini, difensore di Carola Rackete, ha annunciato l'intenzione della ong di procedere legalmente contro il ministro dell'Interno che replicato immediatamente: "Infrange le leggi e attacca navi italiane, e poi mi querela. Non mi fanno paura i mafiosi, figurarsi una ricca e viziata comunista tedesca!".

E in un'intervista al settimanale tedesco Der Spiegel la capitana attacca il vicepremier : Il suo modo di esprimersi non è rispettoso, per un politico di alto livello non è appropriato. La 31enne tedesca ritiene che le politiche di Salvini violino i diritti umani ed è rimasta "sorpresa di quanto tutto sia stato messo sul piano personale". In questione dovrebbe essere il fallimento dell'Ue, ha aggiunto, "non persone come me che si trovano in prima linea per caso", "non ho fatto altro che sostituire un collega" che avrebbe inizialmente dovuto prendere il comando della nave umanitaria. "Rifarei tutto da capo. E se in futuro dovessi recuperare dei naufraghi ancora una volta nella zona Search and Rescue libica, li porterò in Italia. Perché Lampedusa è il porto sicuro più vicino, lo dicono le leggi del mare", afferma, in un'intervista esclusiva a 'Repubblica', che sarà pubblicata sabato e di cui sul sito si leggono ampi stralci. ""Rifarei tutto da capo. So bene di aver abbattuto un muro che la politica sovranista ha innalzato in mezzo al mare, ma non dite che sono un'eroina: sono stata forzata a farlo", ha aggiunto la comandante della Sea Watch 3 che sull'impatto con la motovedetta della Gdf a Lampedusa spiega: "poteva essere evitato. Non mi aspettavo che si opponessero fisicamente all'attracco. La responsabilità dell'incidente, che comunque è stato minimo, è stata di entrambi: loro, perché hanno tentato di bloccare una nave in stato di necessità; mia, perché ero davvero stanca. Dal ponte di comando mi sembrava che ci fosse abbastanza spazio tra la motovedetta e la banchina, invece non ce n'era: è stato un errore di valutazione".

Salvini ha detto che se Carola non avesse forzato l'attracco, il Viminale il mattino dopo avrebbe autorizzato lo sbarco. "Questo non era stato assolutamente comunicato a Carola – risponde il legale -. Lei è una giovane, brillante comandante di nave, ma forse non è abituata ai giochini politici di cui Salvini è maestro. Questa barca ha atteso due settimane che qualcuno autorizzasse lo sbarco, non è stato detto e fatto nulla e quindi ha deciso di sbarcare. Ci sono dei report medici che evidenziano situazioni drammatiche di alcuni migranti a bordo. Alcuni minacciavano di buttarsi per raggiungere a nuoto la riva, altri di suicidarsi. La fiducia di una soluzione era venuta meno".