L'imbarcazione è bloccata con a bordo 43 naufraghi, di cui 6 donne e 3 minori non accompagnati, uno di soli 12 anni. La diocesi di Torino pronta ad accoglierli. Salvini: "Ue li mandi in Olanda e Germania"
La Sea Watch 3 ha inviato una richiesta di 'misure provvisorie' alla Corte di Strasburgo per chiedere all'Italia di consentire lo sbarco dei migranti. Secondo quanto si apprende, la Corte ha rivolto delle domande sia alla ong che al Governo Italiano, a cui dovrà essere data risposta nel breve tempo.
La portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi, ha precisato in un video che il ricorso è stato presentato "non dall'organizzazione ma dai singoli individui presenti a bordo che hanno il diritto di adire i proprio diritti umani alla Corte europea". "In particolare – ha spiegato – il ricorso è stato fatto in riferimento all'articolo 3 che descrive quello a bordo come 'trattamento inumano e degradante'. Si chiede quindi alla Corte di indicare all'UItalia delle misure che possano in qualche modo ridurre la sofferenza a cui le persone a bordo sono costrette nell'interesse di tutela della loro dignità".
Dalla Commissione Europea arriva l'invito agli stati a trovare una soluzione: "Ci rallegriamo che l'Italia abbia evacuato alcune persone dalla Sea Watch 3 per ragioni mediche, ma una soluzione per le persone ancora a bordo è tuttora necessaria", ha dichiarato la portavoce della Commissione europea, Natascha Bertaud. "Chiediamo "agli Stati membri di tenere a mente l'imperativo umanitario e di contribuire alla veloce soluzione della situazione a bordo della Sea Watch 3. Continuiamo a seguire da vicino la situazione", che "dimostra come soluzioni prevedibili e sostenibili siano necessarie con urgenza nel Mediterraneo, rinnoviamo la richiesta a tutti gli Stati membri di promuovere e velocizzare questo cruciale lavoro". Inoltre, ha sottolineato, "la Commissione rimane pronta restando nelle sue competenze ad appoggiare e coordinare gli sforzi di solidarietà".
Immediata la risposta del ministro Matteo Salvini: "L 'Unione Europea vuole risolvere il problema Sea Watch? Facile. Nave olandese, ong tedesca: metà immigrati ad Amsterdam, l'altra metà a Berlino. E sequestro della nave pirata. Punto".
Intanto la diocesi di Torino si rende disponibile all'accoglienza. "Desidero esprimere la mia solidarietà a quanti in Italia e anche nella nostra città stanno dimostrando pacificamente per richiamare l'attenzione sulla situazione di grave e ingiusta sofferenza in cui si trovano 43 persone sulla nave Sea Watch al largo di Lampedusa", ha dichiarato l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, concludendo la messa di San Giovanni, patrono della città. "Un gruppo di nostri concittadini – ha aggiunto – questa notte ha iniziato a dormire davanti alla chiesa di San Dalmazzo per questo motivo. Io aggiungo che, come ha sempre fatto anche in altre circostanze analoghe, la Chiesa di Torino è disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato questi fratelli e sorelle al più presto, se questo può servire a risolvere il problema".
Dopo aver soccorso, lo scorso 12 giugno, 53 migranti al largo della Libia, essersi rifiutata di riportarli na Tripoli – che per la prima volta aveva assegnato un porto di sbarco – e aver fatto sbarcare a Lampedusa 10 naufraghi in critiche condizioni mediche, l'imbarcazione è bloccata con a bordo 43 naufraghi, di cui 6 donne e 3 minori non accompagnati, uno di soli 12 anni.