Roma, l’ex sindaco Ignazio Marino assolto in Cassazione per il caso scontrini

Secondo i giudici della Suprema Corte "il fatto non sussiste". L'ex primo cittadino: "Vincono verità e giustizia, ma ferita non si rimargina"

L'ex sindaco di Roma Ignazio Marino è stato assolto in Cassazione per il caso scontrini. Secondo i giudici della Suprema Corte "il fatto non sussiste". La Procura generale aveva chiesto per il chirurgo l'annullamento senza rinvio della sentenza di condanna a due anni da lui ricevuta in appello. "Hanno vinto la verità e la giustizia. Era ora – ha commentato Marino – La sentenza della Cassazione non rimedia ai gravi fatti del 2015, alla cacciata di un sindaco democraticamente eletto e di un'intera giunta impegnati senza fare compromessi per portare la legalità e il cambiamento nella Capitale d'Italia. Una ferita per la democrazia che non si rimargina". 

Marino, assolto in primo grado, era stato condannato nel processo d'appello, l'11 gennaio del 2018, per aver pagato con la carta di credito del Campidoglio una cinquantina di cene, secondo le accuse spacciate per incontri di rappresentanza pur essendo incontri privati.

Nello specifico si trattava di 52 tra pranzi e cene, consumati tra il 2013 e il 2015, per complessivi 12.700 euro pagati con la carta di credito in dotazione all'allora primo cittadino. Dopo aver saputo delle indagini a suo carico il sindaco aveva 'restituito' attraverso una donazione al Comune, 20mila euro.

I ristoranti finiti nell'indagine erano a Roma, ma anche in altre città come Milano, Genova, Firenze e Torino.